L'oltraggio salariale agli ATA: il grido di Federata contro l'inabilità etica del CCNL scuola

Il recente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Scuola 2024-2026, lungi dall'essere una vittoria, si è rivelato un atto di iniquità strutturale che offende la dignità e il valore del personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA)

A cura di Redazione Redazione
10 novembre 2025 09:48
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​Il recente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Scuola 2024-2026, lungi dall'essere una vittoria, si è rivelato un atto di iniquità strutturale che offende la dignità e il valore del personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA). FederATA, sindacato composto esclusivamente da personale ATA, respinge con forza l'illusione di un accordo equo e denuncia l'ennesimo apartheid salariale perpetrato ai danni della categoria più essenziale e meno retribuita della scuola.

​La derisione degli aumenti: briciole contro dignità.

​I numeri parlano chiaro e sono una sentenza morale. Quando l'aumento medio mensile lordo per un docente laureato sfiora i 185 €, e quello di un Collaboratore Scolastico si ferma a un massimo di 110 €, non siamo di fronte a una semplice differenza tecnica, ma a una dichiarazione di valore gerarchica inaccettabile.

​I sindacati firmatari – UIL scuola, Anief, Gilda, SNALS, CISL – che hanno avallato questo scempio, rispondendo alle critiche con la motivazione che l'accordo "andava fIrmato", dovrebbero provare vergogna. La "formazione" di un contratto non può mai essere sinonimo di sacrificio imposto alla categoria più vulnerabile. Il lavoro ATA, spina dorsale logistica e materiale di ogni istituto, merita un aumento paritario per ristabilire la dignità salariale calpestata dall'inflazione.

​Il Lavoro ATA è una scelta, non un ponte prevaricatore.

​FederATA lancia un appello diretto a tutta la categoria, in particolare ai giovani che iniziano la loro carriera come ATA con l'intenzione di proseguire verso la docenza:

​rispettate il ruolo che coprite! Il lavoro ATA non deve essere considerato un ripiego, una mera anticamera o un "lavoro di passaggio" da svalutare in attesa di una cattedra. Chiunque ricopra oggi un ruolo ATA deve comprenderne la sacralità e la dignità. Farsi rispettare significa esigere retribuzioni degne, stabilendo che il lavoro ATA è una scelta professionale legittima e non un ripiego temporaneo che crea precedenti di svilimento per chi lo svolgerà fino alla pensione. Dobbiamo essere vittime coscienti che trasformano la rabbia in azione collettiva.

​​La classe politica e le istituzioni dimostrano un cinismo inaccettabile attraverso un lampante doppio standard:

​mentre si indicono concorsi triennali per il personale ATA (quando fa comodo), si utilizzano scappatoie e corsie preferenziali per i docenti, attraverso pseudo-abilitazioni conseguite all'estero e concorsi lampo.

​L'esempio del concorso PNRR3 e le misere risorse destinate alle "posizioni economiche" (una elemosina destinata a pochi eletti e posticipata) sono un affronto al merito e all'etica del lavoro.

​È ora di finirla. Se le istituzioni intendono indire un concorso autunnale per il personale ATA, dimostrando di credere nel valore strategico di questi lavoratori, la prima e più coerente azione politica è l'immediato e sostanziale aumento degli stipendi.

​La scuola non è un luogo di gerarchie feudali, ma una comunità educativa. FederATA non accetterà che i contratti continuino a riflettere una disuguaglianza inaccettabile.

​Per il consiglio direttivo nazionale di FederATA

Il Presidente Nazionale

Giuseppe Mancuso

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