Manovra, Fracassi (FLC CGIL): solo tagli per l’istruzione pubblica, va cambiata

Manovra, Fracassi (FLC CGIL): solo tagli per l’istruzione pubblica, va cambiata

A cura di Redazione Redazione
31 ottobre 2025 18:58
Manovra, Fracassi (FLC CGIL): solo tagli per l’istruzione pubblica, va cambiata - la voce della scuola
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Roma, 31 ottobre – “Il disegno di Legge di Bilancio 2026 si configura come l’ennesima occasione mancata per il rilancio del comparto “Istruzione e Ricerca”. Ancora una volta, il Governo sceglie di non garantire risorse adeguate al rinnovo dei contratti di lavoro per il personale di scuola, ricerca, università e Alta formazione, lasciando irrisolte le gravi questioni legate al recupero salariale, all’adeguamento degli stipendi all’inflazione e al riconoscimento della professionalità di docenti, ricercatori e personale tecnico, amministrativo e ausiliario”. Così Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL.


“La misura della riduzione dell’aliquota Irpef sul salario accessorio, limitata ai primi 800 euro e solo per il 2026, si riduce di fatto a una media di 30 centesimi al giorno, – aggiunge la dirigente sindacale-. E così, le lavoratrici e i lavoratori del Comparto, anziché vedersi riconoscere per il triennio contrattuale 2022-2024 il pieno recupero del potere di acquisto perso a causa dell’inflazione al 17%, dovrebbero accettare il taglio di un terzo delle retribuzioni in cambio di un beneficio una tantum risibile”.


“Che dire, rimarca Fracassi, se non che siamo dinanzi ad un Governo elemosiniere? Un Governo che continua a garantire provviste di fondi pubblici alle scuole paritarie, mentre impone tagli e restrizioni alle scuole statali”.


Per la segretaria generale FLC: “Ancora più grave è la totale assenza di misure strutturali contro la precarietà: nessun piano di stabilizzazione, nessun percorso di assunzione straordinaria, nessuna tutela per la dignità professionale di chi lavora da anni con contratti a tempo determinato”.


“È evidente che la Legge di Bilancio 2026 non solo non risponde ai bisogni urgenti di scuola, ricerca, università e alta formazione pubbliche, ma marginalizza chi ogni giorno tiene in piedi le istituzioni statali della conoscenza. Noi continueremo a batterci per cambiare questa manovra regressiva – conclude Fracassi- che, a partire dalle risorse aggiuntive per il contratto, non mette al centro lavoro, salario e ruolo delle istituzioni pubbliche della conoscenza”.

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