Manzi (Pd): ddl Valditara, la destra costretta a fare marcia indietro. vincono le opposizioni e il buonsenso
Parliamo di un testo, voluto e difeso fino all’ultimo dal ministro Valditara che escludeva la possibilità di trattare alle scuole medie attività inerenti la sessualità considerate come un tabù da censurare
“Alla fine, la destra è stata costretta a tornare indietro. Dopo settimane di polemiche, critiche da parte del mondo della scuola, delle associazioni, degli psicologi e di chiunque avesse a cuore la formazione dei ragazzi, cade il divieto di introdurre percorsi di educazione sessuale nelle scuole secondarie di primo grado. La Lega ha infatti annunciato il deposito di un emendamento correttivo rispetto al testo approvato in commissione. È una marcia indietro evidente, un passo obbligato dopo le proteste unanimi contro una misura priva di senso, ideologica e dannosa". Lo dice Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd
"Parliamo di un testo, voluto e difeso fino all’ultimo dal ministro Valditara che escludeva la possibilità di trattare alle scuole medie attività inerenti la sessualità considerate come un tabù da censurare. Una scelta oscurantista che negava ai ragazzi e alle ragazze un'opportunità. Le opposizioni hanno combattuto con determinazione dentro e fuori dal Parlamento per denunciare l’assurdità di quella norma e oggi possiamo dire che il risultato è arrivato: una vittoria del buonsenso, della scuola e della libertà educativa. È evidente che Valditara e la Lega, di fronte alle critiche diffuse e all’imbarazzo crescente, rincara Manzi, abbiano dovuto cambiare posizione almeno rispetto a questo aspetto. Non basta un correttivo a cancellare l’errore di fondo: quello di pensare che la scuola debba tacere su tutto ciò che riguarda la crescita emotiva, relazionale e sessuale degli adolescenti. L’educazione affettiva e sessuale non è un capriccio ideologico: è prevenzione, è cultura del rispetto, è protezione per i nostri giovani. Oggi la destra è costretta a riconoscerlo. Noi continueremo a sollecitare la maggioranza ed il governo perché anche gli altri discutibili aspetti del provvedimento siano modificati ”. La scuola deve formare, non censurare". Così conclude la dem.