Mobilità docenti: la questione degli “ingabbiati” approda al Senato
La tematica è stata portata all’attenzione della 7ª Commissione del Senato (Istruzione pubblica e beni culturali) dal senatore Occhiuto
Il dibattito sul nuovo sistema di reclutamento, successivo ai concorsi PNRR, riaccende l’attenzione sulla condizione dei cosiddetti docenti ingabbiati: insegnanti di ruolo che, pur avendo conseguito nuove abilitazioni e titoli, incontrano forti ostacoli normativi nel passaggio a un’altra classe di concorso o a un diverso grado di istruzione. La tematica è stata portata all’attenzione della 7ª Commissione del Senato (Istruzione pubblica e beni culturali) dal senatore Occhiuto, attraverso la presentazione di un Ordine del Giorno (G/1689 Sez. I/1/7)nell’ambito della discussione sul disegno di legge del “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028”, con riferimento all’articolo 105 dedicato alle misure in materia di istruzione. «La recente introduzione di un doppio canale di assunzioni straordinarie rappresenta un passo importante per colmare le carenze di organico e valorizzare il personale qualificato. Tuttavia – si legge nell’Ordine del Giorno – l’attuale impostazione rischia di escludere proprio i docenti di ruolo che, con anni di esperienza e formazione aggiuntiva, hanno conseguito nuove abilitazioni per ricoprire cattedre vacanti in altri gradi di istruzione. È necessario prevedere che il doppio canale includa anche i docenti di ruolo, garantendo una mobilità straordinaria e la conservazione della cattedra di titolarità fino al completamento del passaggio, per assicurare continuità didattica e pieno utilizzo delle competenze già presenti nel sistema».
L’Ordine del Giorno chiedeva quindi al Governo di adottare misure concrete per restituire coerenza e giustizia a un processo di riforma che non può escludere chi da anni contribuisce al funzionamento della scuola italiana. Uno degli aspetti più rilevanti sottolineati dai proponenti riguarda la sostenibilità economica della misura: la mobilità dei docenti di ruolo, infatti, non comporterebbe nuovi costi per lo Stato. Quando un insegnante “ingabbiato” ottiene il passaggio a una nuova cattedra, libera contestualmente quella di provenienza. Trattandosi di personale già stipendiato, la spesa complessiva resta invariata, in applicazione del principio di invarianza finanziaria. Nonostante ciò, il Governo non ha accolto l’Ordine del Giorno. La senatrice Bucalo (FdI) ha espresso la volontà di affrontare la questione nell’ambito dell’esame del disegno di legge A.S. 545, recante “Disposizioni in materia di formazione e reclutamento degli insegnanti”, di cui è prima firmataria. La parlamentare ha inoltre ricordato che è in corso un ciclo di audizioni da cui la Commissione intende trarre elementi utili per individuare la soluzione legislativa più appropriata.
L’attenzione si sposta ora sul Governo e sul Parlamento, chiamati a valutare l’opportunità di inserire nel doppio canale un provvedimento legislativo per la mobilità professionale straordinaria, così da offrire una risposta concreta e tempestiva alle richieste della categoria dei docenti di ruolo “ingabbiati”.
PROF.ROCCO ZAPPIA
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