Mobilità docenti: Le assunzioni nella Pubblica Amministrazione dal 2018 ad oggi sono state centinaia di migliaia
Perché solo i docenti risultano ingabbiati nella loro professione? Il gruppo richiede nuovamente un incontro con la Funzione Pubblica, fin adesso negato, e di uscire dal complesso di Penelope
MOBILITÀ INTERCOMPARTIMENTALE DOCENTI
COMUNICATO N. 17
Le assunzioni nella Pubblica Amministrazione dal 2018 ad oggi
sono state centinaia di migliaia.
Perché solo i docenti risultano ingabbiati nella loro professione?
Il gruppo richiede nuovamente un incontro con la Funzione Pubblica,
fin adesso negato, e di uscire dal complesso di Penelope.
Il gruppo della Mobilità intercompartimentale dei docenti chiede il passaggio verso altro ramo della Pubblica Amministrazione da oltre due anni.
Una richiesta legittima e fin adesso non accolta. Il rifiuto della stessa risulta incomprensibile in quanto dal 2018 sono stati banditi concorsi per diverse centinaia di migliaia di posti, al netto di quelli del comparto Scuola. Pertanto il blocco del turnover della legge 311/2004 che confinava gli insegnanti nella Scuola, non esiste più da tempo.
Per quale motivo quindi i docenti non possono avere il diritto della mobilità intercompartimentale?
Sono forse lavoratori di serie B rispetto al resto del pubblico impiego?
Dal pensiero di molti colleghi emerge ogni giorno un forte disagio verso una professione considerata dall’opinione pubblica, e da alcuni componente della categoria, una sorta di missione; professione cambiata radicalmente e che continua ogni anno a mutare.
Questa rischia di annichilire la propria vita privata, sacrificata a un lavoro che inizia al mattino con delle lezioni in classe e si protrae tutto il giorno fino a sera, rischiando di non avere nemmeno il tempo di pranzare. Una professione che non si ferma in molti casi nemmeno nei giorni festivi e impedisce al docente di staccare, anche mentalmente, da una matrice infinita di attività.
L’insegnante risulta inoltre costretto a impegnarsi in continuazione su cose fatte in precedenza e poi rimesse in discussione dopo breve tempo, come per esempio le griglie di valutazione, le piattaforme digitali suggerite coniugate a innumerevoli corsi di formazione, o le “consigliate” promozioni dell’uso di presunte “nuove metodologie” farcite di inglesismi, spiegate rigorosamente attraverso la vituperata lezione frontale, che rischiano di confliggere con l’art. 33 Cost.
Una sorta di complesso di Penelope che porta l’insegnante a fare e disfare la tela della sua conoscenza, a imparare e a rimettere dopo breve tempo in discussione ciò che ha appreso, portando a un forte rischio burnout. A questo si sommano tutte le altre incombenze richieste, lavoro alienante in una sorta di catena di montaggio di burocrazia infinita, nonché le funzioni classiche del docente.
Gli aderenti al Gruppo non riconoscono più questa professione, in un contesto che pensa al benessere di tutti gli attori scolastici meno che agli stessi docenti e agli Ata.
I quali si adoperano ogni giorno con il massimo impegno per far funzionare la Scuola, nonostante le loro energie siano prosciugate da attività, come nel caso degli insegnanti, spesso avulse dalla didattica, ma che si coniugano con il nome di burocrazia, trasformando il docente in un impiegato.
Ma si può essere ad un tempo insegnante e impiegato? E quanto è lunga quindi una giornata lavorativa sotto il falso alibi delle 18/24 ore di lezione settimanali?
Ai componenti critici verso tale mutazione della professione si aggiungono anche colleghi che in maniera legittima chiedono di porre le proprie competenze e di misurarsi in un altro contesto della Pubblica Amministrazione per continuare a servire lo Stato e crescere professionalmente.
Il gruppo Mobilità intercompartimentale dei docenti, composto allo stato attuale da oltre 6500 insegnanti, continuerà con abnegazione il proprio impegno al fine di sanare quella che ritiene una discriminazione ai sensi dell'art. 3 Costituzione e rispetto alla direttiva europea 2000/78/CE.
Alla luce di tali osservazioni i componenti richiedono:
● il passaggio verso altro ramo della P.A.;
● in attesa dell’intervento normativo, una riserva di posti già dall’imminente concorso nel Ministero
della Cultura e dei successivi concorsi proposti da altri Enti della P.A.;
● la possibilità di accedere all’eventuale carenza di posti emergenti dagli uffici del MIM, quali
dipendenti dello stesso Ministero, senza bandire un concorso esterno;
● l’ottenimento dei buoni pasto per gli insegnanti come avviene per le altre categorie del P. I.
● il riscatto gratuito della laurea e la pensione anticipata a 60 anni per i docenti.
Infine il gruppo torna a chiedere un incontro di una propria delegazione con la Funzione Pubblica, già richiesto senza successo in precedenza, al fine di poter illustrare le proprie posizioni in merito al problema.
Gruppo Mobilità intercompartimentale docenti