Mons. Corrado Lorefice al Festino di S. Rosalia 2025. Monito civile per la tutela della dignità umana
Mons. Corrado Lorefice al Festino di S. Rosalia 2025. Monito civile per la tutela della dignità umana
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani desidera esprimere profonda riconoscenza per le parole coraggiose e illuminate pronunciate da Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, durante il tradizionale Festino di Santa Rosalia, che quest’anno ha assunto una dimensione etica e civile di rara potenza simbolica.
In un tempo in cui la violenza di genere e i femminicidi continuano a essere piaghe laceranti della nostra società, la scelta di far risuonare sul Carro di Santa Rosalia la voce di Sara Campanella, giovane universitaria brutalmente uccisa per aver difeso la propria libertà e dignità, assume un valore pedagogico e civile altissimo. L’identificazione della Santa patrona con la forza delle donne che oggi lottano per affermare i propri diritti e la propria autodeterminazione è un messaggio che travalica i confini della devozione per farsi linguaggio di giustizia.
“Mi amo troppo per stare con chiunque” – questo il motto che Sara aveva scelto come cifra della sua identità – non è solo una frase potente, è un’educazione sentimentale alla libertà. È un atto di resistenza morale che dovrebbe entrare in ogni aula scolastica, in ogni discussione educativa, in ogni progetto formativo che mira alla costruzione di cittadine e cittadini consapevoli. Sara, come Rosalia, ha camminato nel solco dell’autenticità, pagando con la vita il prezzo della coerenza ai propri valori. La sua testimonianza va raccolta e custodita come patrimonio di civiltà.
Il CNDDU rivolge un appello alle istituzioni scolastiche: fare memoria non è solo un dovere morale, ma un’azione educativa. Occorre che il nome di Sara Campanella venga raccontato e discusso nelle scuole; che il suo esempio diventi materia viva di educazione civica; che le sue parole siano lette e meditate accanto alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, come incarnazione contemporanea del diritto alla libertà, all’amore e alla vita.
L’intervento dell’Arcivescovo Lorefice rappresenta un atto di alta profezia civile. Ha saputo trasformare un rito secolare in un’azione pedagogica collettiva, portando dentro il cuore della città – simbolicamente e fisicamente – il dolore delle vittime, ma anche la luce potente del cambiamento possibile. Ha affermato un principio che è fondamento della nostra disciplina: educare ai diritti umani significa insegnare a riconoscere il volto dell’altro come inviolabile, e la libertà dell’altro come sacra.
Santa Rosalia – donna libera, ribelle al potere, custode della coscienza – oggi si fa madre spirituale di tutte le ragazze e i ragazzi che cercano uno spazio per esistere senza paura. Il suo carro diventa così veicolo di memoria, di denuncia e di speranza.
Nel nome di Sara, e delle troppe donne silenziate da mani che non conoscono l’amore, continuiamo a credere che la scuola possa e debba essere il primo luogo in cui si impara a dire “no” alla violenza e “sì” alla vita.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU