Nuovo esame di maturità: all’orale solo 4 materie, bocciato chi non sostiene il colloquio
Il decreto riforma la maturità: commissioni ridotte, prove nazionali, alternanza rinominata e più fondi per docenti e personale scolastico

Il Consiglio dei ministri del 4 settembre 2025 ha approvato un decreto-legge che ridisegna in profondità l’esame di maturità. La riforma, articolata in sette articoli, introduce cambiamenti che riguardano non solo le prove d’esame, ma anche l’organizzazione delle commissioni, la denominazione dei percorsi scuola-lavoro e il riconoscimento del ruolo dei commissari. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare la funzione formativa e culturale della prova conclusiva del secondo ciclo di istruzione, restituendo centralità al concetto stesso di “maturità”.
La nuova struttura dell’esame
Il decreto conferma la presenza di due prove scritte a carattere nazionale e di un colloquio orale. La vera novità riguarda quest’ultimo: a partire dall’anno scolastico 2025/2026, l’orale si concentrerà su quattro materie individuate a gennaio. Scompare la discussione sul “documento del consiglio di classe”, sostituita da un’impostazione più disciplinare e lineare.
Viene inoltre sancito che chi non sostiene l’orale non potrà essere promosso. L’esame si considera superato solo se il candidato affronta regolarmente tutte le prove. Per evitare pianificazioni a tavolino, e' previsto che i risultati delle prove scritte non saranno resi noti fino all' orale. La scelta intende dare maggiore serietà al colloquio e riaffermarne il valore nel percorso di valutazione finale.