Pubblicato il secondo volume dell’Osservatorio Sardo sulla Sicurezza Stradale
Il documento nasce dalla collaborazione tra il CIREM – Centro Interuniversitario di Ricerche Economiche e Mobilità dell’Università di Cagliari, l’Assessorato Regionale dei Lavori Pubblici della Regione Sardegna e l’associazione no profit Adessobasta
Venerdì 19 dicembre è stato pubblicato il secondo volume dell’Osservatorio Sardo sulla Sicurezza Stradale, che, nell’ambito del costituendo Centro Regionale di Monitoraggio sulla Sicurezza Stradale, fornisce annualmente dati puntuali sull’incidentalità in Sardegna. Il report analizza i dati relativi al 2024, con confronti rispetto agli anni precedenti.
Il documento nasce dalla collaborazione tra il CIREM – Centro Interuniversitario di Ricerche Economiche e Mobilità dell’Università di Cagliari, l’Assessorato Regionale dei Lavori Pubblici della Regione Sardegna e l’associazione no profit Adessobasta.
Come già avvenuto nel primo volume, il report monitora il fenomeno dell’incidentalità stradale su diversi livelli territoriali, analizzando il fenomeno a livello europeo, nazionale e regionale. A livello europeo si registra una riduzione molto lenta dei morti per incidenti stradali (–2,2% rispetto al 2023), lontana dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea. Il quadro nazionale risulta ancora più critico, con una diminuzione dei decessi in Italia pari a appena –0,3% su base annua.
Particolarmente allarmante è la situazione in Sardegna: nel 2024 si contano 113 vittime, tre in più rispetto all’anno precedente (+2,73%) e un aumento del 15% rispetto a dieci anni fa, in netta controtendenza rispetto alle politiche di riduzione della mortalità stradale. In crescita anche i feriti (4.908, +6,26%) e gli incidenti con danni alle persone (3.583, +5,66%). L’indice di mortalità regionale è pari a 3,15, quasi il doppio della media nazionale (1,74). La Sardegna, insieme all’Umbria, presenta inoltre il valore più alto in Italia per numero di morti ogni 1.000 abitanti (0,072).
I dati di dettaglio, riferiti al 2023, mostrano che 39 decessi sono avvenuti su strade statali, 37 su provinciali e 26 su strade urbane. Tra le statali più pericolose figurano la SS 125 e la SS 389 (5 morti ciascuna), seguite dalla SS 126 e dalla SS 195 (4 morti). Nel periodo 2013-2023 la SS 125 risulta la strada con il maggior numero di vittime (49), seguita dalla SS 131 (48) e dalla SS 131 dcn (28). Considerando l’indice di mortalità, il dato peggiore riguarda la SS 125var, mentre in rapporto alla lunghezza della strada la più critica è la SS 129. Il 75% delle vittime è di genere maschile, in prevalenza nella fascia d’età 25-59 anni.
Il report si conclude con un’analisi dei finanziamenti regionali per le infrastrutture stradali nel periodo 1994-2020: 5,87 miliardi di euro investiti in 594 interventi, destinati principalmente alla costruzione di nuove strade e all’adeguamento della rete esistente, con particolare riferimento alla SS 131, alla Sassari-Olbia e alla SS 125.
«I dati del 2° report appaiono preoccupanti in quanto, testimoniano come sia ancora lunga la strada che porta, sia in Italia ma soprattutto in Sardegna, verso una costante e rilevante diminuzione degli incidenti stradali e soprattutto dei morti per tale causa – sottolinea Gianfranco Fancello, docente dell’Università di Cagliari e responsabile Scientifico Osservatorio Sardo Sicurezza Stradale - Appare in particolare allarmante il dato della Sardegna, dove si registra un pericoloso aumento del numero dei morti rispetto all’anno precedente e rispetto all’ultimo decennio, che evidenzia un trend anomalo ed in controtendenza rispetto alle diminuzioni, seppur lente, che si sono registrate a livello continentale e nazionale. È assolutamente necessario un immediato e rilevante cambio di passo che dia una linea forte e rigorosa sulle politiche di governo della sicurezza stradale e di prevenzione sulle strade a tutti i livelli (regionale, provinciale e locale). In particolare, è necessario agire subito sul contrasto verso i comportamenti scorretti dei conducenti e sull'educazione stradale, in quanto l'uso del cellulare alla guida e le alte velocità rappresentano due delle principali cause di incidenti stradali con danni alle persone e di morti sui quali è necessario agire quanto prima.»
«Abbiamo stanziato oltre 100 milioni per la messa in sicurezza delle strade provinciali – evidenzia l’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu – stiamo aprendo anche una serie di cantieri sulle strade statali mirati all'implementazione delle condizioni di sicurezza. Abbiamo anche rivolto l’attenzione alla viabilità dei comuni stanziando 60 milioni per la sicurezza stradale con una serie di interventi, tra cui i passaggi pedonali rialzati e la progettazione di rotatorie. Azioni che, con il lavoro dell’Osservatorio per la sicurezza stradale, riusciamo a rendere sempre più incisive e mirate grazie ai dati del report che ci indicano le priorità e ci consentono di mettere in campo interventi proprio dove si evidenziano le maggiori criticità. Il lavoro del mio Assessorato, dedicato alla sicurezza delle strade, ci ha portato a chiudere l’accordo anche con l’Ateneo sassarese per raccogliere i dati socioeconomici legati al fenomeno. L’impegno complessivo attorno alla prevenzione degli incidenti, alla sicurezza e adeguamento delle infrastrutture ha come unico obiettivo quello di restituire alle cittadine e ai cittadini una rete viaria sempre più moderna e sicura.»
Il report è disponibile e scaricabile gratuitamente a partire da oggi al seguente link:
https://unicapress.unica.it/index.php/unicapress/catalog/book/978-88-3312-202-1