Riforma ATA: dubbi e proposte dal basso, tra le preoccupazioni di Evoluzione ATA e le critiche dei sindacati
Immagine: Collaboratori scolastici all’ingresso di una scuola italiana, durante l’orario di apertura – 720pxLa riforma del sistema di reclutamento del personale ATA, annunciata dalla sottosegretaria a...

Immagine: Collaboratori scolastici all’ingresso di una scuola italiana, durante l’orario di apertura – 720px
La riforma del sistema di reclutamento del personale ATA, annunciata dalla sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti come “un cambiamento atteso da trent’anni”, ha acceso un ampio dibattito nel mondo della scuola. Mentre il Governo si appresta a riscrivere le regole con l’obiettivo dichiarato di modernizzare il comparto, lavoratrici e lavoratori del settore lanciano l’allarme: il rischio è quello di una rivoluzione calata dall’alto, scollegata dalla realtà quotidiana delle istituzioni scolastiche.
In prima linea nel sollevare perplessità c’è Evoluzione ATA, unica realtà spontanea composta esclusivamente da personale ATA, che da oltre un anno opera senza il sostegno dei grandi sindacati. Dopo aver ottenuto risultati concreti come il riconoscimento giuridico del periodo di vacanza contrattuale per oltre seimila collaboratori scolastici assunti con fondi PNRR, il collettivo mette ora in guardia contro una riforma che rischia di peggiorare le condizioni del comparto.
“Non ci opponiamo al cambiamento – chiarisce Evoluzione ATA – ma chiediamo che ogni intervento sia condiviso e fondato sull’ascolto di chi lavora ogni giorno nelle scuole.”
Le priorità individuate da Evoluzione ATA sono chiare: formazione, occupazione stabile e percorsi professionali dignitosi. Ogni riforma che non tenga conto di questi elementi rischia di essere inefficace o, peggio, dannosa.
Una riforma senza confronto
Le preoccupazioni non nascono solo da una diffidenza verso il cambiamento, ma da un contesto oggettivamente difficile: personale insufficiente, contratti a termine diffusi e carichi di lavoro crescenti. L’annuncio di una possibile “graduatoria nazionale digitale” gestita con algoritmi ha alimentato timori di un sistema impersonale e disfunzionale.
Secondo Evoluzione ATA e diversi osservatori, questo modello potrebbe spezzare la relazione territoriale tra personale ATA e scuole, creando instabilità e favorendo le dimissioni anticipate dopo l’accettazione di incarichi lontani da casa.
Il peso dell’Europa: la procedura d’infrazione
Non si può poi ignorare il contesto internazionale. La Corte di Giustizia europea, con la causa C-155/25, ha avviato una procedura contro l’Italia per la reiterazione sistematica dei contratti a termine nel personale ATA. Da oltre 25 anni, infatti, si assiste a una gestione “a tempo” degli organici che alimenta precarietà strutturale.
La riforma, quindi, nasce anche sotto pressione europea. Tuttavia, come sottolineano UIL Scuola RUA e altre sigle, non è sufficiente riscrivere le regole di assunzione: bisogna intervenire sui fondamenti del sistema, a partire dalla copertura integrale del turnover e da una seria pianificazione degli organici.
I sindacati: “No a scorciatoie ideologiche”
Anche i sindacati più rappresentativi si schierano con posizioni articolate. La UIL Scuola, per voce di Pasquale Raimondo, avanza una proposta semplice ma efficace: una graduatoria provinciale volontaria per le supplenze brevi, che consenta una chiamata rapida sul modello già sperimentato per i docenti.
Questa proposta, a costo zero, sarebbe una risposta concreta alle pratiche opache di alcune scuole che oggi selezionano sostituti tramite WhatsApp o elenchi interni.
Decisamente più controversa la posizione di Anief, che propone concorsi selettivi con test per il personale di segreteria, riservando il 50% dei posti all’esterno. Una misura giudicata da molti come delegittimante per il personale attualmente in servizio, che da anni manda avanti la macchina amministrativa spesso senza adeguato supporto.
Secondo Evoluzione ATA, questa proposta appare più come una “rottamazione ideologica” che come una reale riforma, finendo per colpire chi ha già maturato competenze sul campo in assenza di formazione specifica o supporto.
Tra immobilismo e propaganda: la vera posta in gioco
Nel confronto tra Governo, sindacati e lavoratori si delinea un nodo centrale: chi decide la modernizzazione del sistema scolastico e con quali strumenti?
Per Evoluzione ATA, la vera modernità non è nei software o nei test, ma nella trasparenza e nel rispetto della professionalità acquisita. Un cambiamento reale passa dalla copertura stabile dei posti, dalla pubblicazione tempestiva delle graduatorie, dalla formazione mirata su disabilità e sicurezza, e dalla restituzione alle scuole della gestione di pratiche oggi appesantite dalla burocrazia centrale.