San Francesco d’Italia: il Santo che unisce fede, scuola e comunità
Dal 2025 il 4 ottobre sarà festa nazionale: un’occasione per riscoprire nelle scuole il messaggio di pace, solidarietà e amore per il creato del “poverello di Assisi”


San Francesco d’Assisi, proclamato patrono d’Italia da papa Pio XII nel 1939, continua a rappresentare una delle figure più universali e amate della spiritualità cristiana. Il suo messaggio di semplicità, fraternità e rispetto per ogni creatura attraversa i secoli, trovando oggi nuova linfa nella decisione del Parlamento di istituire una festa nazionale dedicata al Santo il 4 ottobre, che entrerà ufficialmente in vigore dal 2026.
La Camera dei deputati aveva licenziato il testo della legge lo scorso 23 settembre, sancendo così un riconoscimento atteso da tempo e condiviso trasversalmente dalle forze politiche. La nuova festività non sarà solo un giorno di celebrazione religiosa, ma anche un momento di riflessione civile e culturale, con un’attenzione particolare al mondo della scuola, chiamato a valorizzare i principi francescani di pace, solidarietà e custodia del creato.
San Francesco e il mondo della scuola
L’insegnamento francescano si inserisce con naturalezza nella dimensione educativa. La scuola, come luogo di crescita umana e culturale, è chiamata a trasmettere quegli stessi principi di responsabilità, rispetto e collaborazione che animarono la vita del Santo di Assisi. In un tempo segnato da crisi ambientali, conflitti e individualismo, la figura di Francesco diventa un modello di riferimento universale per studenti e docenti.
Molti istituti, già da anni, celebrano il 4 ottobre con iniziative dedicate alla pace, alla solidarietà e all’ambiente. Con la nuova legge, queste esperienze locali troveranno riconoscimento nazionale, rafforzando il legame tra scuola e territorio. Sarà l’occasione per ricordare che l’educazione alla cittadinanza non si esaurisce nei programmi, ma vive nei gesti, nelle relazioni e nelle azioni concrete di cura verso gli altri e verso il mondo che ci circonda.
La nuova festività: significato e prospettive
La festa del 4 ottobre, che diventerà ufficialmente festa nazionale dal 2026, rappresenterà non solo un tributo alla figura di San Francesco, ma anche un simbolo di unità e rinascita per il Paese. In un contesto in cui la società appare spesso frammentata, la sua testimonianza offre una via di riconciliazione: “Pace e Bene” non come slogan, ma come impegno quotidiano.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha già annunciato che la giornata sarà dedicata alla riflessione sui temi della pace e della sostenibilità ambientale, in continuità con l’Agenda 2030 dell’ONU e con i percorsi di educazione civica. Le scuole potranno organizzare momenti di confronto, iniziative di volontariato e progetti di cura degli spazi naturali e urbani.
Un messaggio per le nuove generazioni
In un’epoca segnata da incertezze e disorientamento, il messaggio di San Francesco torna a parlare con forza ai giovani. La sua radicale semplicità non è rinuncia, ma affermazione di libertà; il suo amore per il creato è un’anticipazione della coscienza ecologica moderna; la sua fraternità universale è una lezione di umanità senza confini.
Celebrarlo nelle scuole e nelle piazze italiane sarà un modo per riscoprire l’essenza della nostra identità collettiva: un’Italia che sa ancora riconoscersi nei valori del rispetto, della condivisione e della speranza.
Con la legge approvata e l’entrata in vigore dal 2026, San Francesco non sarà solo il patrono d’Italia, ma il simbolo vivente di un’educazione al bene comune e alla pace universale.