Sciopero docenti: un diritto affievolito dalle trattenute in busta paga
In tanti sono pronti a scommettervi: molti docenti non partecipano agli scioperi per evitare le trattenute in busta paga


Ieri, 22 settembre 2025, c’è stata una grande mobilitazione generale a causa dello sciopero di tutte le categorie pubbliche e private, invitate dalle organizzazioni sindacali USB, ADL VARESE, SGB, CUB, CONF.S.A.I., CONALPE, CSLE a manifestare il proprio sostegno alla causa palestinese.
Nel primo pomeriggio di oggi sono stati pubblicati i dati provvisori relativi all’adesione da parte del pubblico impiego che, al momento, parla del 6,02% dei lavoratori. Tradotto in numeri, si sono astenuti dal lavoro circa 28.625 dipendenti pubblici, di cui 5073 del comparto Istruzione; tradotto invece in soldoni, questa astensione dal lavoro comporterà un risparmio per le casse dello Stato di 2.070.495,31 euro, sottoforma di trattenute sullo stipendio di settembre. Il calcolo delle trattenute è riportato nell’ultima colonna della tabella relativa alle adesioni, divise per settori della P.A. e diramata dall’Ufficio relazioni Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione Pubblica. https://crusc-gepas.perlapa.gov.it/home
In effetti, rispetto ai numeri generali di cui siamo venuti a conoscenza, ovvero circa 100.mila persone in 75 città italiane, di cui 50.000 solo a Roma, i 5073 lavoratori della Scuola che hanno aderito, in base al report del Governo, lasciano un po' a desiderare: è vero che sono dati parziali, è vero che il dato riguarda solo i lavoratori della P.A. che hanno comunicato le adesioni in via ufficiale, secondo la procedura Gepas, tuttavia, per una causa così sentita come il conflitto israelo-palestinese, si poteva fare forse di meglio. La verità è che il fiume umano che ieri ha invaso le nostre strade era costituito per lo più da giovani, studenti medi e universitari, e decisamente meno da lavoratori che, almeno a proposito di Scuola, si guardano spesso e bene dal rinunciare a cifre che vanno dai 60 fino ai 97 euro di trattenute sullo stipendio, per una sola giornata di sciopero. Tale stima si evince dal dettato del T.U. 297/94 che indica il rapporto di 1/30 sulla retribuzione lorda mensile, come calcolo di massima per comprendere quale sarà la decurtazione, a cui andranno incontro, in caso di adesione allo sciopero, sia i precari che i docenti di ruolo. Pertanto, in considerazione della esiguità dello stipendio del personale scolastico, e di tutte le difficoltà a cui i docenti devono fare fronte nel corso dell’anno scolastico, specialmente se gravati da spese di trasferta e/o alloggio, è lecito considerare il diritto di sciopero, così come sancito all’art. 40 della nostra Costituzione, un diritto ormai affievolito, proprio a causa della inadeguatezza dello stipendio rispetto al costo della vita. In caso di sciopero, infatti, i docenti sono spesso costretti a prendere la decisione di aderirvi o meno passando per la valutazione economica, rischiando di sottoporla a considerazioni che non dovrebbero influenzare la libera autodeterminazione di qualunque lavoratore, specialmente se chiamato ad educare anche con l’esempio, ovvero, con la forza delle azioni, che ritiene giuste.