SCUOLA - CNEL Memoria di Anief – Cisal, audizione con Daniela Rosano e Marcello Pacifico sul punto della Contrattazione collettiva nel settore pubblico relativamente al comparto istruzione e ricerca
CNEL - C.I. - Contrattazione collettiva nel settore pubblico Memoria Anief-Cisal
CNEL - C.I. - Contrattazione collettiva nel settore pubblico
Memoria Anief-Cisal
Comparto Istruzione e Ricerca
STIPENDI INFERIORI A INFLAZIONE
In linea generale i lavoratori del comparto istruzione e ricerca sono stati penalizzati in termini di crescita salariale dal 2009 per il mancato adeguamento degli stipendi all'inflazione e della stessa indennità di vacanza contrattuale al 50% dell'IPCA.
STIPENDI PIÙ BASSI DELLA PA
In particolare, dopo il blocco contrattuale tra il 2010 e il 2015, a differenza dei dipendenti del comparto delle funzioni centrali, percepiscono 8 mila euro in meno, oggi 10 mila euro per via degli aumenti ad essi riservati nel 2025. Nel 2009 prendevano ancora mille euro in più.
RICERCATORI, DSGA, ATA
I lavoratori della ricerca, poi, nel CCNL 2019-2021 non hanno percepito lo stesso aumento contrattuale del 4,2% per via della mancata revisione dell’ordinamento professionale, mentre la stessa revisione è stata operata per il personale amministrativo delle scuole senza riconoscere la dirigenza amministrativa agli ex DSGA e senza una specifica consistente copertura finanziaria per differenziare sensibilmente la progressione stipendiale (un operatore prenderà 25 euro lorde mensili in più di un collaboratore scolastico).
CARRIERA, SCATTI, MOBILITÀ INTERCOMPARTIMENTALE, RISCARRO LAUREA, PENSIONI, ENAM, FIGUEE DI SISTEMA
In generale per il personale scolastico, il 95% delle risorse contrattuali riguarda il tabellare a differenza di quanto avviene negli altri comparti (dove si attesta al 65%), da cui la necessità di finanziare e introdurre una carriera e meccanismi premiali.
Dopo l'abolizione del primo gradino stipendiale (fascia 3-8) nel 2011, l'attuale sistema degli scatti di anzianità risulta obsoleto e necessita di una revisione che permetta aumenti stipendiali almeno ogni 4 anni.
Non è previsto alcun buono pasto, unico caso nella pubblica amministrazione.
Nonostante, l'80% abbia un titolo di formazione superiore, a differenza del personale dei ministeri (40%) non ha alcun riconoscimento legato al titolo di studio che gli permetta ad esempio un riscatto agevolato ai fini contributivi (che è gratuito per gli ufficiali delle forze armate).
È preclusa la mobilità intercompartimentale.
I riconoscimenti per le figure di sistema sono oggetto di contrattazione integrativa e non hanno un fondo ad hoc cosicché è impossibile riconoscere il ruolo del middle management.
Soltanto ai docenti ed educatori dell'infanzia è riconosciuto il lavoro gravoso (ma non usurante) né è stato mai accertaro il burnout con una specifica inchiesta pubblica. Gli operatori scolastici ad esempio pur svolgendo un mansionario uguale a quello di altri operatori del pubblico o privato non hanno riconosciuto il loro lavoro come usurante.
I livelli stipendiali del personale ATA sono fermi al 1974 mentre il mansionario è stato arricchito progressivamente e l'accesso con titolo di studio riformato come per gli ex DSGA. Sebbene il personale docente della primaria e infanzia oggi acceda con la laurea continua ad avere uno stipendio inferiore rispetto al personale della secondaria con una trattenuta obbligatoria (ENAM) dell'1% su 80% dello stipendio mensile.
DONNE
Poiché l'80% è donna, alla luce di quanto affermato, possiamo certamente porre una questione di differenza di genere salariale che deve essere risolta, attraverso uno stanziamento di specifiche risorse nelle prossime leggi di bilancio.
LEGGE E CONTRATTO
Nonostante l’accordo tra Governo e sindacati del 2016 abbia ribadito la necessità di rivedere gli ambiti di competenza privilegiando la fonte contrattuale quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro, dei diritti e delle garanzie dei lavoratori si assiste all’invasione di campo da parte del legislatore cosicché la contrattazione risulta spesso ancora poco efficace a causa dei vincoli legislativi che comprimo lo spazio di contrattazione. Un caso specifico riguarda la mobilità dei lavoratori che è soggetta a diversi vincoli o ancora il bonus per la formazione (Carta docenti) che è precluso al personale ATA.
PRECARIETÀ e PARITÀ DI TRATTAMENTO
Oltre alla questione salariale, urge affrontare la piaga della precarietà: su 1.230.000 dipendenti, più di 260 mila hanno un contratto a tempo determinato e subiscono una disparità di trattamento giuridico-economica rispetto al personale di ruolo, per il mancato finanziamento nel CCNL di risorse specifiche per coprire aumenti stipendiali legati all’anzianità, permessi, assenze. Per non parlare dei supplenti brevi e saltuari che soltanto da due anni ricevono il salario accessorio in busta paga. Urge un deciso allineamento dell'organico di fatto all'organico di diritto laddove il posto sia senza titolare e l'assunzione in ruolo sul 100% dei posti vacanti. Basti pensare che ogni anno soltanto un quarto dei posti vacanti è autorizzato per i ruoli del personale ATA, mentre il 50% dell'organico su posti di sostegno è assegnato a supplenti al 30 giugno che devono per i mesi estivi chiedere la NASPI.
ANZIANI
Tale tasso di precarietà aumenta l'età di accesso alla professione: l'età media per il ruolo è di 45 anni, più del 60% è over 50, con più di 230 mila over 60 in servizio a differenza di quanto avviene nelle forze di polizia e nelle forze armate.
PECULIARITÀ e VALORIZZAZIONE
In sintesi, esiste una peculiarità nel lavoro del personale scolastico che deve essere ancora valorizzata in termini stipendiali e di quiescienza, legata alla composizione demografica (il corpo docente è tra i più anziani e donna d'Europa) ai requisiti professionali d’accesso (che includono titoli di studio di formazione superiore, abilitazione e superamento di concorsi spesso gravosi anche dal punto di vista economico), all’incompatibilità con altri lavori, all’impossibilità di una mobilità intercompartimentale che deve essere rimossa, al rischio burnout e all’assenza di carriera che devono essere riconosciuti.