Scuola, Fracassi (FLC CGIL): riforma esame di Stato riporta a pratiche superate e autoritarie

Siamo di fronte all’ennesimo provvedimento che opera significative trasformazioni del modello di scuola in senso punitivo e regressivo

A cura di Redazione
06 settembre 2025 14:08
Scuola, Fracassi (FLC CGIL): riforma esame di Stato riporta a pratiche superate e autoritarie - la voce della scuola
la voce della scuola
Condividi

“Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con la riforma dell'esame di Stato, che non solo ci riporta indietro di decenni, ma non raccoglie o rappresenta minimamente l'evoluzione didattica e pedagogica maturata negli ultimi anni” dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

“La denominazione di esame di maturità – continua la dirigente sindacale - è la stessa che ha avuto a partire dal lontano 1923 e non richiama l'acquisizione di un titolo, ma il passaggio da un’età adolescenziale a una più matura, con uno sguardo paternalistico a studentesse e studenti. Anche la prova orale, che verterà su quattro discipline, e l’eliminazione dell’analisi di un materiale scelto dalla commissione, con la possibile scomparsa del carattere interdisciplinare del colloquio, rappresentano un evidente ritorno al passato”.

Per Fracassi: “Rispetto alla questione della validità dell’orale, il ministro Valditara ha voluto dare una risposta autoritaria alle proteste messe in campo da alcuni studenti durante i più recenti esami di Stato. Ogni protesta rappresenta una forma di partecipazione attiva e il ministro dovrebbe ricordare che lo scopo della scuola della Repubblica è proprio educare alla partecipazione”.

“Siamo di fronte all’ennesimo provvedimento che opera significative trasformazioni del modello di scuola in senso punitivo e regressivo. Lontano anni luce dalla più attuale elaborazione pedagogica sul tema della valutazione, questo decreto legge risponde agli esperti che abitano i social o a certi editoriali, più che alle esperienze didattiche dei docenti che ogni giorno provano a formare le studentesse e gli studenti perché partecipino "all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"" conclude Fracassi.

Segui La Voce della Scuola