Scuola, Fracassi (FLC CGIL): riforma esame di Stato riporta a pratiche superate e autoritarie
Siamo di fronte all’ennesimo provvedimento che opera significative trasformazioni del modello di scuola in senso punitivo e regressivo

“Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con la riforma dell'esame di Stato, che non solo ci riporta indietro di decenni, ma non raccoglie o rappresenta minimamente l'evoluzione didattica e pedagogica maturata negli ultimi anni” dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
“La denominazione di esame di maturità – continua la dirigente sindacale - è la stessa che ha avuto a partire dal lontano 1923 e non richiama l'acquisizione di un titolo, ma il passaggio da un’età adolescenziale a una più matura, con uno sguardo paternalistico a studentesse e studenti. Anche la prova orale, che verterà su quattro discipline, e l’eliminazione dell’analisi di un materiale scelto dalla commissione, con la possibile scomparsa del carattere interdisciplinare del colloquio, rappresentano un evidente ritorno al passato”.
Per Fracassi: “Rispetto alla questione della validità dell’orale, il ministro Valditara ha voluto dare una risposta autoritaria alle proteste messe in campo da alcuni studenti durante i più recenti esami di Stato. Ogni protesta rappresenta una forma di partecipazione attiva e il ministro dovrebbe ricordare che lo scopo della scuola della Repubblica è proprio educare alla partecipazione”.
“Siamo di fronte all’ennesimo provvedimento che opera significative trasformazioni del modello di scuola in senso punitivo e regressivo. Lontano anni luce dalla più attuale elaborazione pedagogica sul tema della valutazione, questo decreto legge risponde agli esperti che abitano i social o a certi editoriali, più che alle esperienze didattiche dei docenti che ogni giorno provano a formare le studentesse e gli studenti perché partecipino "all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"" conclude Fracassi.