Scuola, l’intervento di Verducci: “Un esame punitivo che riporta l’Italia indietro di decenni”
Il senatore Francesco Verducci ha espresso un duro atto d’accusa contro il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, denunciando quella che definisce una “concezione punitiva

Nel suo recente intervento, il senatore Francesco Verducci ha espresso un duro atto d’accusa contro il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, denunciando quella che definisce una “concezione punitiva, cieca, autoritaria di scuola e di società”.
Il riferimento è alle modifiche, introdotte per decreto, delle modalità dell’Esame di Stato, dopo le proteste studentesche dello scorso luglio.
Dalla protesta alla ritorsione
Durante la scorsa sessione degli esami di maturità, molti studenti avevano criticato la rigidità delle prove e l’assenza di ascolto da parte del Ministero. In risposta, il Ministro Valditara aveva replicato con una frase destinata a far discutere: “Bocciateli.”
Parole che, secondo Verducci, non rappresentavano un invito alla riflessione, bensì “un annuncio di ritorsione”.
Oggi, osserva il senatore dem, quella previsione si sarebbe concretizzata: “In fretta e furia, per decreto, cambiano di nuovo l’esame, senza alcun coinvolgimento di studenti, docenti o personale scolastico.”
Una scuola senza voce
Al centro della critica di Verducci c’è l’assenza di partecipazione e dialogo: la scuola, sostiene, dovrebbe essere un luogo di costruzione democratica, dove le decisioni si fondano sul confronto e sulla fiducia.
L’idea di modificare gli esami senza consultare chi li vive ogni giorno diventa, in questa prospettiva, il simbolo di un approccio verticistico e autoritario.
Il vero stato dell’istruzione
Ma il discorso del senatore non si limita alla denuncia: Verducci richiama anche il quadro più ampio della crisi della scuola italiana.
Parla di docenti precari, stipendi tra i più bassi d’Europa, mancanza di investimenti strutturali — un elenco che dipinge un sistema educativo trascurato, in bilico tra tagli e disillusione.
In questo contesto, la riforma degli esami appare come un gesto simbolico, più orientato a riaffermare un principio d’autorità che a migliorare davvero la qualità dell’istruzione.
Una scuola che guarda avanti
Il messaggio finale di Verducci è un invito alla riflessione collettiva: tornare a una scuola che ascolta, che include, che forma cittadini critici e non sudditi obbedienti.
“Serve una scuola libera, aperta, partecipata. Non un esame usato come punizione” — così, conclude il senatore, indicando nella partecipazione democratica e nel valore del sapere condiviso la vera via per far progredire il Paese.