SCUOLA. Pd, circolare MIM eventi pubblici non compatibile con libertà di insegnamento e autonomia, Ministro  chiarisca

Presenteremo un’interrogazione parlamentare al Ministro Valditara per conoscere le motivazioni che hanno portato alla diffusione della recente nota ministeriale sulle “manifestazioni ed eventi pubblici all’interno delle istituzioni scolastiche

A cura di Redazione Redazione
08 novembre 2025 19:19
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“Presenteremo un’interrogazione parlamentare al Ministro Valditara per conoscere le motivazioni che hanno portato alla diffusione della recente nota ministeriale sulle “manifestazioni ed eventi pubblici all’interno delle istituzioni scolastiche”. La nota, che richiama formalmente i principi dell’educazione civica e della libertà di opinione, contiene tuttavia passaggi ambigui e suscettibili di interpretazioni che potrebbero incidere sull’autonomia scolastica e sul pluralismo educativo”. Lo annunciano le parlamentari del Pd Irene Manzi e Simona Malpezzi
“Riteniamo pertanto necessario, aggiungono, che il Ministero chiarisca le ragioni specifiche che hanno motivato l’adozione del documento, e a quali fatti concreti intenda riferirsi nel sollecitare le istituzioni scolastiche a un’attenzione tanto particolare nella programmazione di eventi pubblici. È doveroso capire se la nota sia stata emanata in risposta a episodi circoscritti, e di quale natura, oppure se rappresenti un orientamento generale di indirizzo politico-culturale”.


“Peraltro, ci chiediamo se il Ministero ritenga compatibile con i principi costituzionali di libertà di insegnamento e pluralismo una formulazione che può produrre un effetto dissuasivo sul libero confronto di idee nelle scuole, scoraggiando iniziative e dibattiti che invece dovrebbero essere incoraggiati. Il compito dell’educazione civica è favorire il pensiero critico, il dialogo e il confronto tra posizioni diverse, non disincentivarli. Ogni atto amministrativo che, pur richiamando la neutralità, finisca per generare timore o autocensura nelle istituzioni scolastiche, rappresenta un passo indietro sul piano democratico e culturale. La scuola, concludono le dem, non è un luogo da sorvegliare, ma un luogo dove liberare le idee: perché solo dove si discute liberamente, si educa davvero alla cittadinanza”.

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