SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA – Domani sindacati all’Aran, Anief: “si potrebbe firmare perché sicuri di fare avere 450 euro a lavoratore frutto di altri due contratti consecutivi, così da recuperare il 16% di inflazione”

Domani potrebbe essere una giornata diversa dalle altre per oltre un milione e 300 mila dipendenti del comparto Istruzione, Università e Ricerca

A cura di Redazione Redazione
04 novembre 2025 16:57
SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA – Domani sindacati all’Aran, Anief: “si potrebbe firmare perché sicuri di fare avere 450 euro a lavoratore frutto di altri due contratti consecutivi, così da recuperare il 16% di inflazione” - Marcello Pacifico_Anief
Marcello Pacifico_Anief
Condividi

Domani potrebbe essere una giornata diversa dalle altre per oltre un milione e 300 mila dipendenti del comparto Istruzione, Università e Ricerca: dopo la proposta economica formulata dall’Aran nel mese di ottobre, l’Aran ha riconvocato le organizzazioni sindacali rappresentative per trovare la quadra sul versante economico del rinnovo del contratto collettivo di Istruzione, Università e Ricerca relativo al triennio 2022-24, con una proposta di 150 euro medi lordi complessivi. Un rinnovo che, sempre secondo le intenzioni dell’Ara, sarebbe un preludio alla contrattazione del Ccnl 2025-27 per il quale sono già pronti aumenti (del 5,40%) che corrispondono a 142 euro per gli insegnanti e a 104 euro per il personale Ata. Per Università e Ricerca gli incrementi medi in euro risultano leggermente superiori poiché proporzionati a stipendi più alti.

“Domani – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - si potrebbe firmare un nuovo contratto che si sottoscrive soltanto perché si è sicuri di andare a firmare altri due contratti consecutivi, ovvero per fare avere circa 450 euro lordi, andando così a recuperare il 16% dell’inflazione che è cresciuta negli ultimi tre anni. Ovviamente, per firmare gli altri due contratti, oltre al 2022-24, servirà inserire nelle prossime leggi di bilancio il recupero dell’inflazione delle prossime annualità, che però è probabile che sia molto inferiore a quella schizzata in alto nel triennio precedente”.

“Bisognerà anche chiedere al Governo – continua il leader dell’Anief - di programmare le risorse per recuperare quel gap che si è venuto a determinare tra il 2016 e il 2018, dopo 10 anni di blocco contrattuale, quando il sindacato Anief non era rappresentativo: in quell’occasione, gli altri sindacati accordarono dei contratti che purtroppo hanno penalizzato il personale scolastico, tanto da fargli perdere fino a 7mila euro in meno l’anno rispetto, ad esempio, ai lavoratori delle Funzioni Centrali e ora anche dei Comuni. Bisogna certamente lavorare su questo, sulle retribuzioni del personale della scuola: bisogna fare capire che è un lavoro importante”.

“Tutto questo – prosegue Pacifico – al netto delle riforme che il Parlamento potrebbe approvare: dal riscatto agevolato degli anni di studi universitari, al pensionamento che tenga conto del burnout, con finestre di anticipo pensionistico per il personale scolastico; dall’aumento del finanziamento della Carta dei docenti, per coprire l’estensione card per l’aggiornamento ora assegnata anche ai supplenti annuali con scadenza del contratto 30 giugno, alla riforma del reclutamento per permetta il ritorno al doppio canale con assunzioni in ruolo su posti comuni dalle Gps, oltre che dalle Gae. Ma anche sui buoni pasto ai lavoratori della scuola Anief continua a battagliare e siamo quasi certi che nel prossimo Ccnl saranno inseriti”.

“Queste – conclude il presidente Anief - sono le dichiarazioni di intenti che ci stanno portando a firmare l’attuale contratto in discussione. Certo, vogliamo un impegno preciso da parte del governo, così come lo vogliamo per andare a firmare la parte economica del Ccnl successivo, per fare in modo che oltre ai 70 euro che daremo ora e i 1.500 euro di arretrati dal 2026, possiamo dare poi subito dopo, dal 2027, fare avere ai dipendenti altri 140 euro al netto di tutti i soldi che si ritroveranno in più”.

GLI AUMENTI PROPOSTI

Per la scuola gli incrementi – frutto di un aumento complessivo che si attesta al 6% - oscillano tra 105 e 177 euro lordi mensili da destinare ai docenti e tra 82 e 186 euro lordi rivolti al personale amministrativo e di elevata qualificazione. Inoltre, sono previsti arretrati medi stimati in 1.444 euro lordi. Sempre per i lavoratori della scuola, c’è un’una tantum introdotta di recente attraverso il recupero di economie, attraverso il decreto legge 127/25 per iniziativa del ministro Giuseppe Valditara, derivanti da varie voci interne sempre al comparto Istruzione: si tratta, in media, di 142 euro lorde a lavoratore.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Anief rimane convinto che la valorizzazione della funzione docente, del personale Ata e dei Dsga non possa essere sganciata dalla retribuzione: quindi, occorre assolutamente ridurre il gap rispetto agli altri lavoratori pubblici, che significa prima di tutto annullare l’inflazione che solo nell’ultimo triennio ha superato il 15%. “Per questi motivi, come Anief – commenta il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – stiamo anche valutando la possibilità di separare la firma della parte economica del contratto da quella normativa: se, infatti, si apriranno subito, come ci hanno detto, le trattative per il rinnovo contrattuale successivo, il Ccnl 2025-2027, allora saremmo anche disposti a parlare di chiusura della trattativa sulla attuale contrattazione, così da garantire gli aumenti al personale e poi concentrarci sui miglioramenti delle norme contrattuali. Ricordo anche che i finanziamenti per il pubblico impiego sarebbero già disponibili, poiché disposti con l’ultima legge di bilancio: l’obiettivo che si sta valutando è quello di fare avere ad oltre un milione e 300 mila lavoratori, in un tempo decisamente ristretto rispetto al passato, di un secondo aumento medio, pari a 150-160 euro lordi: solo che in questo caso sarebbe pieno, perché privo degli anticipi che già abbiamo in godimento da oltre un anno”.

Segui Voce della Scuola