Smartphone a scuola: l’ANCoDiS invita al dialogo educativo contro il divieto assoluto

Diciassette anni, cinque circolari ministeriali e un problema che resta ancora irrisolto: l’uso degli smartphone a scuola. L’ultima in ordine di tempo è la Circolare n. 3392 del 16 giugno 2025, con cu...

A cura di Redazione
18 giugno 2025 19:31
Smartphone a scuola: l’ANCoDiS invita al dialogo educativo contro il divieto assoluto -
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Diciassette anni, cinque circolari ministeriali e un problema che resta ancora irrisolto: l’uso degli smartphone a scuola. L’ultima in ordine di tempo è la Circolare n. 3392 del 16 giugno 2025, con cui il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha esteso anche al secondo ciclo di istruzione il divieto totale di utilizzo dei cellulari da parte degli studenti, persino a fini didattici. Ma l’ANCoDiS – Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici – lancia un messaggio diverso: non bastano i divieti, serve educazione e buonsenso.

Dal 1998 al 2025: un lungo elenco di divieti

Il comunicato stampa dell’ANCoDiS ripercorre le tappe normative, a partire dalla Circolare n. 362 del 1998, che vietava ai docenti di utilizzare i telefonini durante le lezioni, fino alle circolari degli anni 2007, 2022, 2024 e infine quella di giugno 2025. In ciascun documento ministeriale si ripete un leitmotiv: vietare e sanzionare, con l’obiettivo dichiarato di tutelare il clima scolastico e prevenire comportamenti impropri.

Tuttavia, secondo ANCoDiS, dopo 17 anni il vero cambiamento sembra essere solo semantico – da “telefonino” a “smartphone” – mentre il principio rimane lo stesso: una logica repressiva più che educativa.

Il rischio di un approccio semplicistico

“Ne siamo proprio sicuri dell’efficacia del divieto tout court?” – si chiede provocatoriamente l’associazione, sottolineando che proibire l’uso dello smartphone in maniera assoluta, anche durante attività didattiche, rischia di essere incompreso, contrastato e inefficace.

La vera sfida – sostiene ANCoDiS – è quella di educare all’uso consapevole e responsabile della tecnologia, non negarne l’esistenza. In questo senso, si plaude alle parole del Ministro Valditara quando richiama l’importanza di rafforzare le azioni pedagogiche, ma si osserva che i fatti sembrano andare in direzione opposta.

Autonomia didattica e corresponsabilità

L’associazione rilancia dunque il ruolo centrale dell’autonomia delle scuole e degli organi collegiali nel definire le regole d’uso dei dispositivi digitali. È alle singole comunità scolastiche che deve essere lasciato lo spazio per trovare soluzioni equilibrate, in sinergia con famiglie, studenti e docenti.

ANCoDiS propone un approccio alternativo: esperienze periodiche “smartphone free” concordate con alunni e genitori, per sviluppare una coscienza critica e condivisa sull’uso degli strumenti digitali. In questo modo, il divieto non diventa un’imposizione dall’alto, ma una scelta ragionata, compresa e interiorizzata.

Tecnologie e didattica: una relazione da costruire

L’uso educativo dello smartphone, integrato con le metodologie tradizionali, non è un’eresia, ma una possibilità da esplorare con attenzione. Molte scuole già utilizzano app, registri elettronici, ambienti digitali di apprendimento e strumenti online. Escludere a priori questi strumenti può limitare l’innovazione e non riflettere la realtà quotidiana di studenti cresciuti in ambienti digitali.

L’ANCoDiS invita perciò a non cadere nella semplificazione tra “ordine” e “disordine”, ma a scommettere su un processo educativo che miri a formare cittadini digitali consapevoli, non semplici esecutori di regole.

Alleanze educative, non imposizioni

Il comunicato si chiude con un appello alla fiducia nelle scuole: fiducia nell’autonomia, nelle famiglie, negli studenti e nelle figure educative che ogni giorno cercano il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. Vietare non basta. È tempo di costruire strategie condivise per fare della tecnologia una risorsa, non un ostacolo. Perché l’educazione digitale non si fa con i divieti, ma con la formazione, la relazione e la responsabilità.

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