Sul burnout dei docenti si è espresso anche il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara
Comitato Docenti contro il burnout


In data 31 luglio 2025, la rivista EduNews24.it ha pubblicato un articolo molto dettagliato e ben articolato sul tema del burnout. Tuttavia, tale contributo presentava due criticità rilevanti:
non teneva conto della Proposta di Legge sul burnout, depositata dal Comitato Docenti a Montecitorio il 16 luglio 2025, seppur propongono di produrre una legge contro il burnout dei docenti propendo di test psicologici, corsi di prevenzione contro i rischi, ecc… tutti “cerotti” che tamponano il vero malessere;
riportava in maniera non corretta il significato del burnout, discostandosi dalle indicazioni ufficiali fornite dall’OMS.
Non avendo ricevuto alcun riscontro da parte della rivista, ritengo necessario che venga data la possibilità di pubblicare una risposta chiarificatrice, al fine di restituire correttezza all’informazione e dare voce al lavoro che il Comitato Docenti porta avanti da tempo.
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Oggetto: precisazione sul burnout docente e proposta di legge
Gentilissimi,
ho avuto modo di leggere con attenzione e interesse il Vostro articolo del 31 luglio 2025 sul burnout dei docenti, che ho trovato accurato e ben strutturato. Tuttavia, da insegnante che vive direttamente questa condizione e da studiosa della materia, ritengo opportuno segnalare un’importante imprecisione: il burnout non è una malattia. Se lo fosse, esisterebbe una cura. Si tratta invece di una “sindrome di esaurimento emotivo e psicofisico”, strettamente legata a dinamiche relazionali tossiche. Nel caso dei docenti, tali relazioni riguardano soprattutto i dirigenti scolastici dispotici, i genitori ingerenti, alcuni colleghi che fanno mobbing e alunni indisciplinati e iper protetti. Non può essere definito neppure come semplice “stress cronico correlato”.
È giusto a questo punto presentarmi: sono una docente di Bologna, testimone diretta del burnout e promotrice della “Proposta di legge contro il burnout docente”, cofirmata dal dott. Lodolo d’Oria ed effettivamente depositata a Montecitorio il 16 luglio 2025. La proposta è stata discussa grazie all’impegno delle Onorevoli Rosaria Tassinari e Rita Dalla Chiesa, con il sostegno del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè. Inoltre, sono portavoce del gruppo Facebook “Comitato docenti – contro il burnout”, che funge da contenitore di malessere, ha come scopo di dare informazioni sugli elevati rischi per la salute degli insegnanti e di promuovere il benessere dei docenti nella scuola.
In riferimento al paragrafo del Vostro articolo “L’appello urgente: costruire una legge per il burnout docente”, posso confermarVi che la politica si sta già muovendo, almeno e ha fatto credere e sperare: le deputate hanno accolto con favore la nostra proposta (docenti indipendenti, apolitici e senza spinte sindacali), e hanno dato speranze che fisseranno un incontro con il giurista per riformularne alcuni punti, con l’impegno a coinvolgere i promotori nella stesura definitiva.Sul burnout dei docenti si è espresso anche il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in occasione del convegno ANP e Laboratorio Apprendimento al Goethe-Institut di Roma il 16 febbraio 2023, ancor prima della presenza di Comitato Docenti a Montecitorio.
Nella Vostra analisi proponete una legge che preveda:
-riconoscimento formale del burnout come condizione tutelata;
-specifiche coperture assicurative;
-diritto a periodi di recupero e sostegno psicologico;
-piani di prevenzione obbligatori in ogni istituto;
-percorsi di formazione continua sulla gestione dello stress.
Pur trattandosi di misure importanti, esse rischiano di medicalizzare e tamponare soltanto gli effetti, senza affrontare le vere cause del burnout. La proposta di legge che il Comitato Docenti contro il burnout ha presentato mira invece a prevenire e contrastare alla radice le condizioni che lo generano, introducendo strumenti concreti per ridurre il disagio e salvaguardare la salute dei docenti.
Scrivete inoltre: “La situazione è ormai matura per un intervento legislativo che riconosca ufficialmente il burnout come malattia professionale dei docenti”. Nulla di più vero: in diversi Paesi europei il burnout è già regolamentato da normative chiare e vincolanti, mentre l’Italia tarda ancora a riconoscerlo, nonostante la categoria dei professionisti dell’educazione e del sapere sia tra i settori lavorativi più usuranti, come sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento e Vi ringrazio per l’attenzione che dedicherete a questo tema.
I miei più cordiali saluti.
Teresa Roberta Russo
Docente, portavoce “Comitato docenti – contro il burnout”