TFA Sostegno: disparità di trattamento tra corsi universitari e percorso INDIRE
Specializzandi penalizzati dalle tempistiche e dalle modalità di frequenza


Negli ultimi mesi, numerosi specializzandi del TFA Sostegno hanno denunciato una forte disparità di trattamento tra chi frequenta i corsi organizzati dalle università e chi segue la formazione a distanza gestita da INDIRE.
Il problema principale risiede nella rigidità del sistema universitario, che si manifesta nelle tempistiche, nelle modalità di frequenza e nelle procedure di tirocinio, spesso incompatibili con i ritmi di lavoro dei docenti già in servizio.
Il nodo della rigidità universitaria
Il Tirocinio Formativo Attivo (TFA), previsto dal D.M. 249/2010, rappresenta il canale di specializzazione per i futuri insegnanti di sostegno. Tuttavia, la gestione autonoma delle università ha dato origine a un sistema disomogeneo e, per molti corsisti, eccessivamente rigido.
Le lezioni si svolgono quasi sempre in presenza, anche durante i periodi scolastici più intensi, rendendo difficile la conciliazione con il lavoro. I tirocini devono essere completati entro scadenze prefissate, senza margini di recupero, e la frequenza è controllata in modo puntuale, con registri firma e obblighi di presenza che non ammettono eccezioni.
Molti atenei, inoltre, organizzano le attività formative su calendari serrati e non coordinati con quelli scolastici: le lezioni vengono fissate in orari pomeridiani o serali, spesso in giorni lavorativi, costringendo i docenti a permessi o assenze dal servizio. In alcuni casi, la rigidità si estende anche alle modalità di esame e alla consegna delle relazioni finali, con tempi ridotti e procedure poco conciliabili con gli impegni didattici.
INDIRE: un modello più flessibile
Di contro, la formazione INDIRE, basata su piattaforme digitali e attività asincrone, rappresenta un modello più moderno e adattabile. Gli specializzandi possono gestire autonomamente i tempi di studio, partecipare ai laboratori online e completare i moduli formativi senza spostamenti fisici.
INDIRE prevede la possibilità di seguire lezioni registrate, interagire con i tutor virtuali e accedere ai materiali formativi in qualsiasi momento, favorendo una vera conciliazione tra vita lavorativa e percorso di specializzazione.
Si tratta di una soluzione che risponde alle esigenze di migliaia di insegnanti già impegnati nelle scuole, spesso in aree geograficamente distanti dalle sedi universitarie.
Il limite del 20% di assenze: applicazioni diseguali
Il bando nazionale del TFA sostegno stabilisce un limite massimo del 20% di assenze, riconoscendo la possibilità di recuperare ore attraverso attività compensative. Tuttavia, questa norma viene interpretata in modo diverso:
le università applicano il limite con estrema rigidità, considerando valide solo le ore effettivamente frequentate;
INDIRE, invece, consente un recupero tramite attività online, lavori individuali e moduli di autoformazione, in linea con la filosofia dell’apprendimento flessibile.
Ne risulta una diseguaglianza sostanziale: chi frequenta in presenza rischia di perdere il titolo per poche ore di assenza, mentre chi segue a distanza può gestire in autonomia il proprio percorso senza compromettere la qualità formativa.
L’appello alla Ministra Bernini
In questa situazione, numerosi specializzandi rivolgono un appello alla Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, affinché si intervenga per armonizzare i criteri di frequenza e le modalità organizzative del TFA sostegno.
Gli specializzandi chiedono flessibilità, omogeneità di trattamento e la possibilità di adottare, anche nei corsi universitari, strumenti digitali analoghi a quelli di INDIRE. In particolare, si propone di:
consentire la partecipazione a distanza a una parte delle lezioni teoriche;
prevedere modalità di recupero online per le ore perse;
uniformare le tempistiche dei tirocini su base nazionale;
riconoscere il valore della didattica digitale integrata anche nei percorsi accademici.
Verso un sistema equo e inclusivo
L’obiettivo comune – formare docenti competenti e preparati all’inclusione – non può essere raggiunto attraverso regole rigide e difformi.
Il principio dell’equità formativa richiede che tutti i corsisti, indipendentemente dal canale scelto, abbiano pari opportunità nel completamento del percorso.
Il modello INDIRE ha dimostrato che la formazione di qualità può convivere con la flessibilità, senza compromettere la serietà dell’abilitazione. Per questo, gli specializzandi chiedono che il sistema universitario si apra al cambiamento, adottando metodologie più agili e coerenti con le esigenze dei docenti lavoratori.
In sintesi, la rigidità del sistema universitario rischia di trasformare il TFA sostegno in un percorso ad ostacoli, mentre la formazione INDIRE mostra come la tecnologia e l’organizzazione intelligente possano rendere l’accesso alla specializzazione più equo e inclusivo.
L’appello alla Ministra Bernini è chiaro: serve un modello unico, flessibile e moderno, capace di valorizzare il merito e di sostenere, concretamente, chi ogni giorno lavora per l’inclusione nelle scuole italiane.