The Guardian: voto in condotta di Valditara simile a riforme di Mussolini

Il Guardian, celebre quotidiano britannico di orientamento progressista, ha duramente criticato la recente riforma del voto in condotta introdotta dal ministro dell’Istruzione italiano, Giuseppe Valdi...

A cura di Redazione
28 settembre 2024 08:55
The Guardian: voto in condotta di Valditara simile a riforme di Mussolini -
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Il Guardian, celebre quotidiano britannico di orientamento progressista, ha duramente criticato la recente riforma del voto in condotta introdotta dal ministro dell’Istruzione italiano, Giuseppe Valditara, collegando le nuove misure a un periodo oscuro della storia italiana. In un articolo pubblicato pochi giorni fa, il Guardian ha definito la riforma “simile a una misura introdotta dal governo fascista di Benito Mussolini nel 1924,” segnalando un pericoloso ritorno a politiche repressive in ambito scolastico.

I contenuti della riforma

La riforma, recentemente approvata in Parlamento, consente alle scuole di bocciare gli studenti delle medie e superiori che ottengano un punteggio inferiore a cinque in condotta, anche nel caso in cui abbiano raggiunto un buon livello accademico. Gli studenti che ricevono un sei, invece, dovranno affrontare un test di educazione civica. I voti in condotta, inoltre, avranno un impatto diretto sull’ammissione all’esame di maturità.

Il legame con il ventennio fascista

Il Guardian ha sottolineato il legame storico con il fascismo, affermando che la misura è stata introdotta per la prima volta nel 1924, durante il regime di Mussolini, per imporre disciplina nelle scuole italiane. Secondo il quotidiano, la somiglianza tra la riforma attuale e quella fascista di un secolo fa non è casuale, ma riflette l’ideologia del governo italiano attuale, guidato da Giorgia Meloni. Il ministro Valditara, all’interno di questo esecutivo di destra, ha difeso la riforma dichiarando: “La riforma dei voti di condotta restituisce l’importanza alla responsabilità individuale, pone al centro il rispetto delle persone e dei beni pubblici e restituisce autorevolezza agli insegnanti.” Tuttavia, il Guardian ha sottolineato come le misure ricordino politiche autoritarie passate e abbiano suscitato polemiche in ambito internazionale.

Le sanzioni economiche

Un altro aspetto evidenziato nell’articolo riguarda le nuove sanzioni economiche. La legge prevede multe che variano tra 500 e 10.000 euro per atti di violenza o aggressione contro il personale scolastico. Il Guardian riporta come queste misure siano state accolte positivamente dall’Associazione Nazionale Presidi, che ha sottolineato un aumento di oltre il 110% degli episodi di violenza a scuola nel 2024 rispetto all’anno precedente. Tuttavia, l’articolo mette in evidenza le crescenti tensioni tra studenti e insegnanti, spesso legate all’uso dei telefoni cellulari in classe.

Le critiche degli studenti

L’articolo del Guardian dà voce anche alle critiche provenienti da sindacati studenteschi. Tommaso Martelli, coordinatore dell’ Unione degli Studenti, ha dichiarato che la riforma “rafforza una cultura autoritaria e punitiva” e ha denunciato l’uso del voto in condotta come “un ulteriore strumento repressivo” all’interno delle scuole. Questa critica si allinea con quella di altre personalità della sinistra italiana, come Anna Ascani del Partito Democratico, che ha affermato: “Questa regola della condotta segna un ritorno a un’epoca che preferiremmo dimenticare.”

Il Guardian chiude l’articolo con un paragone storico, ricordando come le politiche sul voto in condotta del regime fascista rimasero in vigore fino alla metà degli anni ’70, quando furono abrogate a seguito delle proteste studentesche. Il sistema venne poi eliminato del tutto nel 2000, ma con la nuova riforma del 2024, l’Italia sembra fare un passo indietro verso una forma di disciplina scolastica di stampo autoritario.

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