UIL Scuola, D'Aprile difende la firma: "Realismo, non promesse della luna"

Il segretario nazionale in assemblea a Caserta: "I fondi non aumentano". E gli scioperi hanno avuto solo il 5% di adesioni

07 novembre 2025 14:09
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Oltre 500 partecipanti collegati online, rappresentanti di altri sindacati, giornalisti ed ex sindacalisti in platea. L'assemblea della UIL Scuola RUA Campania di giovedì 7 novembre, programmata dalle 8 alle 11 del mattino e originariamente prevista per il 23 ottobre, si è trasformata nella prima occasione pubblica per Giuseppe D'Aprile, segretario generale nazionale, di spiegare le ragioni della firma del contratto collettivo 2022-2024 siglato appena due giorni prima.​​

"Questa è la prima assemblea dopo la sottoscrizione del contratto attraverso la quale riusciamo a confrontarci con i lavoratori della scuola", ha esordito D'Aprile, che ha voluto ringraziare la UIL Scuola di Caserta per l'organizzazione. Un'occasione arrivata quasi per caso – l'incontro era già calendarizzato prima della firma – ma trasformatasi in un momento cruciale per rispondere alle critiche arrivate sia dalla base che dalla CGIL, che ha scelto di non sottoscrivere l'accordo.​​

Il confronto con la base: critiche e rispetto

"Sono contento che in questa assemblea ci siano anche persone autorevoli che rappresentano altri sindacati, perché noi siamo per un confronto diretto e franco", ha dichiarato il segretario, sottolineando però fin da subito la necessità del rispetto reciproco. D'Aprile ha dovuto infatti fronteggiare non solo le perplessità di lavoratori insoddisfatti per gli aumenti ritenuti insufficienti, ma anche attacchi personali virulenti sui social media: "Hanno già iniziato con appellativi negativi anche a livello personale: farabutti, traditori, servi dello Stato, bugiardi seriali. Insomma, ne stanno dicendo di tutti i colori".​

Durante l'assemblea sono emersi diversi interventi critici. Alcuni partecipanti hanno chiesto se la UIL si stesse "accontentando" di aumenti troppo modesti. D'Aprile ha risposto senza giri di parole: "Ha ragione Gina Pisano quando chiede se ci dobbiamo accontentare. No, assolutamente non ci accontentiamo, però dobbiamo partire da questi presupposti. Abbiamo fatto un lavoro parziale, non è un lavoro che ci deve far brillare, assolutamente, si può fare sempre di più".​

La coerenza come argomento principale

Il fulcro dell'intervento di D'Aprile è stato smentire l'accusa di aver firmato solo per rientrare in contrattazione. "Se avessimo voluto puntare la nostra azione sindacale rivolta solo ed esclusivamente al rientro in contrattazione, avremmo potuto sottoscrivere il contratto precedente a distanza di pochi mesi", ha spiegato, ricordando la strategia seguita con il contratto 2019-2021.​

Nel novembre 2022, con il governo Draghi, la UIL aveva firmato insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali la parte economica di quel contratto (con aumenti del 4,2%), ma poi aveva rifiutato di sottoscrivere la parte normativa nel luglio 2023, rimanendo fuori dalla contrattazione per tutto il triennio. "Coerentemente con la nostra posizione, il contratto scorso ci ha visti fuori dalla trattativa contrattuale, sia a livello nazionale che nelle scuole. Invece noi abbiamo portato avanti la nostra linea sindacale".​​

I fondi non sono aumentabili: la dura verità

Il nodo centrale dell'assemblea è stata la questione delle risorse disponibili. "Il sindacato non ha la possibilità nell'immediato di aumentare le risorse disponibili per il contratto. Il sindacato ha la possibilità di rivendicare più risorse per il rinnovo contrattuale futuro", ha spiegato con franchezza D'Aprile. Le risorse per il 2022-2024 erano state accantonate da dieci mesi e la legge di bilancio in corso non le avrebbe incrementate.​

"Non sottoscrivendo la parte economica del 22-24, non avremmo sicuramente ottenuto più stanziamenti economici immediati. Non firmare avrebbe significato congelare i soldi con la speranza che qualcuno li migliorasse prima di portarli alla firma nel 2026 – una speranza vana", ha argomentato il segretario. La situazione attuale, ha sottolineato, è "perfettamente identica al novembre 2022: alta inflazione, forte vulnerabilità del sistema internazionale e risorse sotto pressione".​

Il parallelo con Draghi e l'autonomia politica

D'Aprile ha insistito più volte sull'autonomia politica del sindacato: "Il nostro sindacato non è di destra né di sinistra, entra nel merito delle questioni indipendentemente dal colore del governo. Il vero male della scuola italiana è che sia i governi di centrodestra che quelli di centrosinistra, ognuno per conto suo, tantissime volte hanno fatto male".​

Ha anche rivelato un episodio significativo: "Stamattina ho letto un articolo su Tecnica della Scuola di un esponente sindacale che non parteggia per la UIL. Ho telefonato a questo giornalista e mi sono complimentato per l'articolo che ha fatto, perché è stato il primo da due giorni a questa parte che ha avuto la lucidità politica e sindacale di fare un'analisi dettagliata di come sono andate le cose".​

La strategia del doppio binario

Il contratto 2022-2024 prevede aumenti del 5,6-5,7%, superiori al 4,2% del contratto precedente. Ma la vera novità strategica è stata quella di ottenere l'impegno per aprire immediatamente la trattativa sulla parte economica del contratto 2025-2027: "Questo ponte giuridico ci permetterà di chiudere la parte economica all'inizio del 2026, per dare a tutti noi nelle buste paga ulteriori aumenti che sono stati già messi da parte. Questa è una grande cosa che non si faceva da anni: allineare i contratti".​​

Il contratto include anche tre rivendicazioni fondamentali della UIL: la valorizzazione professionale di tutto il personale (docente e ATA), il rinvio della questione sulla trasparenza nelle relazioni sindacali a un accordo quadro all'ARAN, e il principio dell'introduzione dei buoni pasto.​

Le dichiarazioni a margine: niente "opposizione sociale"

A margine dell'assemblea, D'Aprile ci ha ulteriormente chiarito la posizione della UIL, rispondendo anzitutto a chi accusava il sindacato di aver perso l'occasione di costruire opposizione sociale contro il governo Meloni. "L'opposizione sociale, nel senso autentico del termine, non rientra nel nostro DNA, soprattutto se fine a sé stessa, indipendentemente dal Governo in carica", ha affermato senza mezzi termini.​

Questa posizione segna una differenza netta con la CGIL, che ha scelto di non firmare anche per ragioni politiche più ampie. D'Aprile ha ribadito: "Come avvenuto nel 2022 con il Governo post-Draghi, quando il rinnovo del contratto 2019-21, per la parte economica, è stato raggiunto in condizioni speciali, oggi ci troviamo in una situazione simile. La possibilità di ottenere l'adeguamento stipendiale e il riconoscimento degli arretrati è fattore che non potevamo trascurare".​

Il realismo contro le promesse irrealizzabili

Interrogato sui contratti futuri già definiti fino al 2030 con aumenti che anche la UIL ritiene insufficienti, il segretario ha rivendicato la scelta del realismo: "Non prometteremo la luna, ma cercheremo, nelle scelte future, di essere sempre realisti. Chi vivrà, vedrà". Una frase che riecheggia quanto detto nell'assemblea: "Non posso promettere la luna alle persone se non la posso prendere con le mani. Dobbiamo avere rispetto delle persone e non prendere in giro i lavoratori con promesse irrealizzabili".​​

L'elefante nella stanza: il fallimento degli scioperi

Il tema più delicato affrontato a margine dell'assemblea riguarda i dati drammatici degli scioperi recenti. Lo sciopero del 31 ottobre 2024, indetto dalla FLC CGIL, aveva registrato un'adesione nazionale del 5,49%. Ancora più basso il dato dello sciopero generale del 29 novembre 2024, indetto da CGIL e UIL insieme: solo il 5,65% nel comparto scuola.​

Confrontato con questi numeri – che significano che il 94% dei lavoratori ha continuato a lavorare – D'Aprile ha evitato di scaricare responsabilità sulla base: "Non mi sento assolutamente di scaricare responsabilità su chi lavora con dedizione e responsabilità ogni giorno. Noi, invece, ci impegniamo a dare il massimo, nei limiti delle nostre possibilità".​

Tuttavia, ha ammesso implicitamente che questi dati rappresentano un problema: "Ad ogni modo, anche i dati citati ci obbligano a una riflessione attenta". Un riconoscimento significativo, perché mina la tesi della CGIL secondo cui non firmare avrebbe potuto portare a maggiore mobilitazione e quindi più risorse dal governo.​

Manifestazioni in arrivo

Nonostante la firma, D'Aprile ha annunciato che la UIL Scuola organizzerà manifestazioni e sit-in: "Questo per rispondere a coloro i quali dicono che siamo acquiescenti al governo di centrodestra. Tutto ci potete dire, ma non questo. Da domani mattina manifesteremo per ottenere che negli stanziamenti della legge di bilancio 2026 vengano messi soldi per alimentare il contratto 25-27".​​

Il segretario ha anche rivelato di scrivere quotidianamente al ministro fin dai tempi del governo Draghi: "Nei confronti del ministro non gliele mando a dire, glielo scrivo tutti i giorni, indipendentemente dalla firma o meno del contratto".​

Conclusioni: pragmatismo o rassegnazione?

L'assemblea si è conclusa con D'Aprile che ha ribadito la disponibilità al dialogo: "Chi vuole parlare con me viene in ufficio e ci spieghiamo, oppure facciamo una conferenza pubblica. L'importante è che non si diano false notizie sui social, dove spesso ci si trincera dietro nomi falsi".​

La sfida ora sarà dimostrare che la strategia del doppio binario – firma del 2022-2024 e apertura immediata del 2025-2027 – potrà portare risultati concreti nelle buste paga dei lavoratori già nel 2026. In un contesto in cui la capacità di mobilitazione appare debole e le risorse governative continuano a essere insufficienti, resta aperto il quesito se il realismo rivendicato dalla UIL sia una virtù o una forma di rassegnazione mascherata da pragmatismo.

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