UIL Scuola RUA presenta reclamo al Comitato Europeo sui diritti degli insegnanti tecnico-pratici

UIL Scuola RUA denuncia a Strasburgo discriminazione nei punteggi GPS sostegno per docenti ITP, chiede parità di trattamento.

A cura di Redazione Redazione
22 ottobre 2025 16:29
UIL Scuola RUA presenta reclamo al Comitato Europeo sui diritti degli insegnanti tecnico-pratici -
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La UIL Scuola RUA ha formalmente presentato un reclamo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali di Strasburgo contro lo Stato italiano e il Ministero dell’Istruzione e del Merito, segnalando una grave discriminazione nei confronti degli insegnanti tecnico-pratici (ITP) specializzati nel sostegno. L’iniziativa, guidata dall’avvocato Domenico Naso in collaborazione con gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, solleva un problema attuale ed urgente riguardante i punteggi attribuiti nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) secondo l’Ordinanza Ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024.

Al centro della contestazione vi è una disparità di valutazione tra docenti ITP e docenti delle materie teoriche, pur essendo entrambi titolari degli stessi percorsi di specializzazione per l’insegnamento sul sostegno. I docenti “teorici” vedono infatti riconosciuti fino a 36 punti nelle GPS per il titolo di specializzazione, mentre agli ITP ne vengono attribuiti al massimo 12. Questa differenza, che può arrivare a 24 punti, rappresenta un forte svantaggio per gli insegnanti tecnico-pratici, limitandone le opportunità di accesso a incarichi a tempo determinato o indeterminato, con effetti negativi concreti sulla loro carriera e stabilizzazione professionale.

La UIL Scuola RUA sottolinea come tale disparità sia priva di fondamento logico e giuridico, dato che il titolo di specializzazione conseguito da entrambe le categorie è identico in termini di contenuti, durata e valore legale. Negli ultimi anni, la piena equiparazione normativa tra ITP e docenti teorici è stata riconosciuta anche dai principali contratti collettivi e dalla legislazione specifica, ma la normativa ministeriale ha introdotto una valutazione diseguale che finisce per tradursi in una discriminazione manifesta, oltrepassando diritti tutelati dalla Carta Sociale Europea, quali il principio di non discriminazione, il diritto al lavoro e l’equa retribuzione.

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