Caro prof. Ianes guardi oltre la sua cattedra: la formazione INDIRE non è una "scorciatoia"
Caro Professore, questo genere di esternazioni non è solo amaro, ma rischia di essere profondamente discriminatorio, soprattutto nei confronti di quei docenti che hanno scelto con serietà i corsi INDIRE
Recentemente, un commento del Professor Dario Ianes ha sollevato un polverone nel mondo della scuola. Lodando l’attività in presenza del TFA presso l’Università di Trento (UNITN), il Professore ha liquidato altre forme di specializzazione, per l'ennesima volta, come "corsetti scorciatoia on line", con un riferimento neanche troppo velato ai percorsi INDIRE.
Caro Professore, questo genere di esternazioni non è solo amaro, ma rischia di essere profondamente discriminatorio, soprattutto nei confronti di quei docenti che hanno scelto con serietà i corsi INDIRE. Liquidare il loro impegno come un tentativo di "aggirare l’ostacolo" significa ignorare la complessità della scuola reale.
L'invito (ancora aperto) al mondo concreto
Mesi fa l’avevamo invitata a lasciare per un attimo la sua cattedra universitaria per venire a trovarci nelle classi. Volevamo mostrarle chi sono i professori che, ogni giorno, lavorano nel "mondo concreto" dell’inclusione. Non abbiamo ancora ricevuto risposta.
L’inclusione non si fa solo nei laboratori accademici; si fa tra i banchi, gestendo crisi, costruendo ponti relazionali e adattando la didattica in tempo reale. La stiamo ancora aspettando.
In difesa dei percorsi INDIRE: una tesi necessaria
Perché etichettare i corsi INDIRE come "scorciatoie" è un errore di prospettiva?
Flessibilità e sostenibilità: Il sistema scolastico si regge su migliaia di docenti che devono conciliare il lavoro estenuante in classe con l’aggiornamento. La qualità non è data dalla sedia su cui ci si siede, ma dal rigore dei contenuti.
Apprendimento adulto e riflessivo: Quando apprendiamo, la nostra mente non è un contenitore vuoto; costruisce modelli basati sull'integrazione di nuove teorie con l'esperienza consolidata. I percorsi INDIRE favoriscono questo "apprendimento situato": la teoria viene testata il mattino seguente in aula (realmente), creando schemi mentali molto più robusti di una lezione frontale subita passivamente.
Il nostro augurio più grande
L'augurio è che il dibattito sulla formazione non si esaurisca nella contrapposizione tra TFA ordinario e percorsi INDIRE. La vera crescita professionale non può limitarsi a un titolo conseguito una tantum, ma deve essere un processo continuo e, oseremmo dire, quotidiano. L'inclusione è una sfida che si rinnova ogni mattina e richiede un aggiornamento costante che vada oltre le sigle dei corsi.
Conclusioni
Professor Ianes, ci teniamo a congratularci con lei per l'immenso impegno e il contributo che ha dato alla pedagogia speciale quando parla "seriamente" di inclusione. È proprio per la stima che nutriamo verso il suo lavoro che restiamo delusi quando la vediamo tentare di demolire quella stessa inclusione con parole infelici che svalutano il lavoro dei colleghi.
L’eccellenza di un ateneo non deve diventare un’arma per svalutare chi percorre strade diverse. La "vera" formazione è quella che trasforma lo sguardo dell’insegnante, indipendentemente dallo schermo o dalla cattedra da cui proviene.
Venga a trovarci. La concretezza delle nostre aule saprà stupirla.
Daniela Nicolò, portavoce delle Community Uniti per INDIRE e oserei dire per la SCUOLA INCLUSIVA