Carta docente 2025-26, silenzio preoccupante: Anief ribadisce l’esigenza di non scendere sotto i 500 euro, indispensabile reperire risorse aggiuntive per finanziare l’intero importo
L’ultima Legge di Bilancio ha confermato l’assegnazione a regime ai docenti supplenti annuali, con scadenza 31 agosto, autorizzando la possibile riduzione dell’importo dei 500 euro per anno scolastico a decorrere dal 2026


A un mese dall’inizio dell’anno scolastico, sulla Carta del Docente vige un silenzio preoccupante: non è dato ancora sapere se il Governo ha stanziato ulteriori risorse per impedire la riduzione dell'assegno di 500 euro, a seguito dell’ampliamento della platea dei destinatari come sancito dalle pronunce delle magistrature nazionali ed europee. L’ultima Legge di Bilancio ha confermato l’assegnazione a regime ai docenti supplenti annuali, con scadenza 31 agosto, autorizzando la possibile riduzione dell’importo dei 500 euro per anno scolastico a decorrere dal 2026.
Senza dimenticare che la sentenza n. 121/25 della Corte Costituzionale ha ribadito già quanto espresso dalla Cassazione, sezione lavoro, il 27 ottobre 2023, su ricorso difeso dai legali Anief, ovvero che la card per l’aggiornamento professionale va assegnata anche ai docenti supplenti al termine delle attività didattiche (30 giugno) e che eventuali carenze di finanziamenti pubblici sono un onore dello Stato e delle sue amministrazioni, anche locali. Per non parlare della sentenza della Corte di giustizia europea con la sentenza del 3 luglio 2025 (causa C-268/22), secondo cui la Carta del Docente deve essere attribuita anche ai docenti supplenti brevi e saltuari
A questo clima di incertezze si aggiunge la polemica scoppiata nel web per via della proposta di alcuni sindacati di trasformare il bonus in reddito da busta paga, che di fatto però per contratto porterebbe con oneri dello stato alla riduzione corposa dell'importo: una possibilità, quest’ultima, che per diversi motivi Anief non vuole neanche prendere in considerazione. Il giovane sindacato, infatti, chiede di nuovo al Governo di finanziare l’attuale assegno di 500 euro, senza nemmeno un euro di decurtazione. E di continuare ad impiegarlo per spese utili alla formazione, magari allargandone l’utilizzo per l’acquisto di beni e servizi ulteriori.
“Prima di tutto – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ricordo che inserendo la somma nello stipendio, questa si ridurrebbe almeno a 350 euro. Inoltre, proprio perché dovrebbero essere per contratto e non per ricorso - come vinciamo ora coi legali Anief - estesi a tutto il personale supplente al 30 giugno (forse anche ai precari brevi e saltuari) il budget annale per singolo insegnante si ridurrebbe a 300 euro. E questa somma, destinata a 900 mila persone, al lordo Stato sarebbero 200 euro lordo dipendenti, cioè meno di 15 euro netti al mese, neanche 180 euro netti. Secondo noi, quindi, non è giusto rinunciare agli attuali 500 euro di Carta del docente per avere meno di 180 euro netti in busta paga. E tantissimi docenti, attraverso un sondaggio web, ci hanno dato ragione”, conclude il sindacalista autonomo.