Caso Usr Lazio, dopo le denunce al Ministero DirigentiScuola chiede l’accesso agli atti di nomina della direttrice Anna Paola Sabatini
Il presidente Fratta: “Troppi interrogativi, abbiamo il dovere di pretendere chiarezza”
Non si placano i malesseri dei dirigenti scolastici laziali raccolti in questi mesi da DirigentiScuola, che nei giorni scorsi ha ripercorso in una nota la vicenda che ha portato alla nomina, nel luglio 2023, di Anna Paola Sabatini a Direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio: un caso che desta ancora sorpresa anche in molti addetti ai lavori, visto il curriculum, buono ma non certo di spicco, della dirigente.
Da qui la decisione dell’Associazione sindacale dei dirigenti scolastici di proporre istanza di accesso civico, nell’interesse della collettività, agli atti di selezione, individuazione e nomina della direttrice Sabatini, che all’epoca concorreva per quella posizione con altri quattro aspiranti.
Nella nota il sindacato non lesina i riferimenti al noto “caso Venezi”, con cui le analogie - pur fatte le dovute distinzioni - sarebbero diverse: un ufficio prestigioso e ambito, peraltro non vacante, ma liberato “ad arte” e poi assegnato alla dottoressa Sabatini, allora dirigente scolastico con incarico amministrativo di seconda fascia, nonostante non mancassero candidature ben più solide.
“Sono posti di grande responsabilità, paragonabili, nel mondo scolastico, alla direzione di un teatro importante” commenta il presidente nazionale DirigentiScuola Attilio Fratta. “Non basta essere bravi, bisogna essere incontestabili e autorevoli. Invece non passa giorno che non ci venga segnalato malessere, negli uffici e da parte dei dirigenti scolastici del territorio: un segnale che non possiamo ignorare, e che fa nutrire forti dubbi sull’adeguatezza di questa persona a dirigere uno dei principali uffici scolastici italiani. Un sindacato che fa seriamente il suo lavoro non può tacere, ha il dovere etico di approfondire, per tutelare la categoria ma anche il buon uso dei fondi pubblici. Quanti dirigenti meritevoli e più titolati trovano le porte sbarrate anche per incarichi meno ambiti? Per questo abbiamo proposto istanza di accesso agli atti. Attendiamo risposta, fiduciosi nella piena trasparenza di un Ministero che ha voluto inserire il “merito” nella propria titolazione.”