Castellammare di Stabia. Insegnante aggredita: accuse e tensioni sui social. Genitori al contrattacco
Quello che è accaduto giovedì mattina nella scuola di Scanzano, a Castellammare di Stabia, è un episodio che ha sconvolto profondamente non solo la comunità scolastica, ma anche l’intera città. Una ve...

Quello che è accaduto giovedì mattina nella scuola di Scanzano, a Castellammare di Stabia, è un episodio che ha sconvolto profondamente non solo la comunità scolastica, ma anche l’intera città. Una vera e propria “spedizione punitiva”, con circa 30 genitori e parenti che hanno fatto irruzione nel plesso scolastico “Salvati” per aggredire un’insegnante di sostegno, accusata di presunti comportamenti inappropriati nei confronti degli alunni. L’episodio, avvenuto davanti a studenti impauriti, lascia dietro di sé un senso di incredulità e molte domande ancora senza risposta.
La cronaca di un’aggressione
Tutto è iniziato con un gruppo di mamme che si era recato a scuola per parlare con la dirigente, esponendo dubbi e accuse contro un’insegnante. Nonostante la richiesta della scuola di prendere tempo per verificare quanto riportato, la situazione è degenerata. Dopo un primo colloquio, il gruppo di genitori è tornato, questa volta rafforzato da altri familiari. Neppure la presenza dei carabinieri, allertati dalla vice preside, è bastata a impedire l’aggressione.
L’insegnante, sorpresa mentre cercava di uscire dalla scuola, è stata colpita alla testa e ha subito schiaffi e spintoni. A difenderla è intervenuto il padre, riportando una frattura al polso. «È una violenza inaccettabile», ha dichiarato la dirigente scolastica Donatella Ambrosio, ancora sotto shock. «Questi gesti si sono consumati davanti ai bambini, creando un clima di paura che non ha giustificazioni».
Un quartiere complesso
Il plesso Salvati si trova in un contesto difficile, nel cuore di Scanzano, un quartiere noto per problemi di microcriminalità e disagio sociale. Nonostante le difficoltà, la scuola si è sempre distinta per il suo impegno nel coinvolgere gli alunni con progetti educativi e attività volte a tenerli lontani dalla strada. Tuttavia, il clima teso che si respira nel quartiere sembra aver contribuito a creare un terreno fertile per le accuse e le tensioni esplose giovedì.
Non è la prima volta che situazioni delicate coinvolgono la scuola. Solo pochi giorni fa, un alunno era stato sospeso per essere stato sorpreso a fumare nei bagni, mentre l’insegnante aggredita aveva già denunciato episodi di hackeraggio ai suoi profili social e minacce ricevute via chat.
Le accuse e l’indagine
Le accuse dei genitori si basano su presunti messaggi scambiati tra l’insegnante e alcuni alunni. Tuttavia, finora non sono emerse prove concrete, come i video che i genitori affermano di avere. I carabinieri stanno indagando, avendo già sequestrato dispositivi elettronici per cercare di fare luce sulla vicenda. Secondo quanto emerso, potrebbero essersi verificati comportamenti confidenziali, forse inopportuni, ma non necessariamente configurabili come reati.
Resta comunque da chiarire quanto le voci e le accuse, amplificate sui social, abbiano influenzato la percezione dei fatti. Le “mamme di Scanzano” hanno pubblicato un post in cui rivendicano la loro azione, denunciando un presunto fallimento della scuola nel proteggere i loro figli. Un’accusa pesante che contribuisce ad alimentare il clima di tensione.
La risposta delle istituzioni
Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è intervenuto con fermezza, condannando l’accaduto e ordinando un’ispezione. «La scuola deve essere un luogo di serenità e armonia», ha dichiarato, sottolineando quanto sia grave che un gruppo di persone abbia deciso di farsi giustizia da sé. Anche il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, ha definito l’episodio di una gravità estrema, chiedendo che si lavori per riportare serenità tra genitori, alunni e insegnanti.
Il pericolo “social media”
Questa vicenda non è solo un caso di cronaca, ma uno specchio di una società in cui le tensioni e la rabbia spesso prevalgono sul dialogo e sulla ragione. La diffusione incontrollata di accuse sui social media ha giocato un ruolo cruciale, amplificando paure e pregiudizi senza un reale accertamento dei fatti. In un contesto già fragile come quello di Scanzano, ciò ha portato a una drammatica escalation.
Mentre le indagini proseguono, rimane l’urgenza di riflettere su quanto accaduto. La scuola, nonostante le difficoltà, deve rimanere un luogo sicuro e protetto, dove bambini, insegnanti e famiglie possano lavorare insieme per costruire un futuro migliore. Ma questo richiede, prima di tutto, il rispetto delle regole, della legalità e della dignità delle persone.