Cgil e Uil confermano lo sciopero del 29 novembre: “No ai diktat, difendiamo i diritti dei lavoratori”
Le tensioni tra governo e sindacati raggiungono un nuovo culmine. Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale del 29 novembre nonostante le pressioni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini e l...
Le tensioni tra governo e sindacati raggiungono un nuovo culmine. Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale del 29 novembre nonostante le pressioni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini e le raccomandazioni della Commissione di Garanzia. I segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri hanno ribadito che la protesta si svolgerà nel pieno rispetto delle normative vigenti, inclusi gli obblighi relativi alle fasce di garanzia, e si farà portavoce delle necessità dei lavoratori italiani.
La convocazione al MIT e la risposta dei sindacati
Il ministro Salvini ha convocato oggi pomeriggio, alle 16:30, i leader sindacali Landini e Bombardieri, nel tentativo di trovare un compromesso che riduca l’impatto dello sciopero. Ma la risposta dei sindacati è arrivata in anticipo, ferma e decisa. In un comunicato ufficiale, i segretari generali hanno dichiarato: “Cgil e Uil confermano tutte le ragioni e le modalità dello sciopero generale del 29 novembre che sarà esercitato nel rispetto delle norme, a partire dalle fasce di garanzia, e nell’interesse di tutte le lavoratrici e i lavoratori del Paese”.
I due leader hanno voluto sottolineare come lo sciopero rappresenti un diritto fondamentale e una forma di protesta legittima contro le politiche che considerano inadeguate per affrontare le sfide del mondo del lavoro.
Le richieste di Salvini e il ruolo della Commissione di Garanzia
Il nodo principale del dibattito riguarda la durata dello sciopero nel settore dei trasporti. Dopo la delibera della Commissione di Garanzia, il ministro Salvini ha richiesto una riduzione da otto a quattro ore per evitare sovrapposizioni con altre proteste sindacali che potrebbero danneggiare gravemente i diritti costituzionali alla mobilità dei cittadini. In risposta a queste richieste, Cgil e Uil avevano già fatto un passo indietro, escludendo il settore ferroviario dallo sciopero. Tuttavia, la Commissione ha ritenuto insufficiente questa misura, suscitando l’indignazione dei sindacati.
Landini e Bombardieri hanno accusato la Commissione di essere subordinata alle volontà politiche del ministro: “Nonostante gli incontri formali e informali che si sono svolti nei giorni scorsi e nonostante l’apertura al dialogo manifestata da Cgil e Uil, che hanno già rispettato la legge, la Commissione di Garanzia ha obbedito ai diktat del ministro Salvini, pubblicati sistematicamente sui social e attraverso la stampa”.
La difesa del diritto di sciopero
I due leader sindacali non hanno risparmiato critiche al governo, sottolineando che la lotta per i diritti dei lavoratori non può essere subordinata a logiche politiche o mediatiche. “Il diritto di sciopero è un principio costituzionale che non deve essere limitato se non nei casi strettamente previsti dalla legge”, hanno dichiarato.
Il comunicato si conclude con un affondo diretto al ministro Salvini: “Al ministro chiediamo che cosa abbia fatto in questi due anni per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, per migliorare le condizioni del trasporto pubblico e per assicurare la regolarità degli orari e l’efficienza del servizio. Salvini, piuttosto, farebbe bene a preoccuparsi di rinnovare i contratti a milioni di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno sono al servizio della cittadinanza”.
Sciopero e precettazione: un rischio concreto
La conferma dello sciopero, nonostante le richieste di riduzione, potrebbe portare a un intervento diretto del governo con la precettazione, come già avvenuto in occasione dello sciopero generale del 17 novembre 2023. Un eventuale provvedimento di precettazione rischierebbe di acuire ulteriormente le tensioni tra sindacati e governo, alimentando un clima di confronto sempre più acceso.
Una battaglia per il futuro dei lavoratori
Lo sciopero del 29 novembre non è solo una protesta contro le politiche del governo, ma anche una rivendicazione per migliori condizioni lavorative, salari equi e una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori. Landini e Bombardieri vedono in questa mobilitazione un’occasione per richiamare l’attenzione sulle necessità reali del Paese e sulle mancate risposte da parte delle istituzioni.
Il 29 novembre sarà una giornata cruciale non solo per i lavoratori, ma per l’intero sistema delle relazioni industriali in Italia. La mobilitazione generale rappresenta una sfida non solo per i sindacati, ma anche per il governo, chiamato a dimostrare la sua capacità di ascolto e di mediazione in un contesto sempre più polarizzato.