Cgil e Uil: sciopero generale il 29 novembre. La Cisl accusa: “traino all’opposizione politica”
Cgil e Uil si preparano a una nuova protesta, annunciando uno sciopero generale per il prossimo 29 novembre. La scelta delle due confederazioni sindacali si concentra sulla legge di bilancio del gover...

Cgil e Uil si preparano a una nuova protesta, annunciando uno sciopero generale per il prossimo 29 novembre. La scelta delle due confederazioni sindacali si concentra sulla legge di bilancio del governo Meloni, considerata inadeguata per affrontare le difficoltà quotidiane di lavoratori e pensionati. L’annuncio ha suscitato reazioni contrastanti, con la Cisl che, invece, ha deciso di non aderire alla mobilitazione, sollevando un’accusa pesante: il segretario Luigi Sbarra ha infatti dichiarato che la Cgil e la Uil starebbero “facendo da traino all’opposizione politica”, un’accusa che mette in luce le spaccature all’interno del sindacato.
Le motivazioni dello sciopero: una legge di bilancio che non convince
Lo sciopero del 29 novembre, proclamato dai segretari Maurizio Landini (Cgil) e Pierpaolo Bombardieri (Uil), vuole essere una risposta a una legge di bilancio considerata “insufficiente” per rispondere alle difficoltà che tante famiglie affrontano. Per Landini e Bombardieri, questa manovra non affronta le vere priorità del Paese: aumentare il potere d’acquisto dei salari, garantire pensioni più dignitose, e rafforzare il sistema sanitario e l’istruzione pubblica. Nella visione di Cgil e Uil, serve un vero cambio di rotta per sostenere concretamente chi lavora e per migliorare la qualità dei servizi pubblici essenziali.
Secondo i due leader sindacali, la legge di bilancio attuale non solo non risolve questi problemi, ma rischia addirittura di peggiorarli, con tagli che si riflettono su servizi fondamentali e sulle risorse destinate ai lavoratori. Landini ha affermato che è necessario intervenire con misure incisive per sostenere i redditi bassi e per rendere più sicuri i luoghi di lavoro, un tema caro anche alla Uil, che chiede maggiore tutela e sicurezza per chi lavora.
La risposta del governo e le critiche della maggioranza
Dall’altra parte, il governo ha reagito con durezza all’annuncio dello sciopero, criticando la decisione di Cgil e Uil e definendo la protesta come immotivata. La premier Giorgia Meloni, con tono ironico, ha parlato di “pregiudizi” dei sindacati e ha sottolineato che la manovra include misure che dovrebbero essere accolte positivamente, come il taglio del cuneo fiscale e incentivi per sostenere le famiglie e l’occupazione femminile. Anche Matteo Salvini ha attaccato i sindacati, definendo “ridicola” la protesta contro quella che, a suo parere, è una manovra a sostegno dei lavoratori.
Meloni ha aggiunto che la convocazione di Cgil e Uil per un confronto a Palazzo Chigi è già stata fissata per il 5 novembre, ma Landini e Bombardieri considerano la data troppo tardiva, temendo che ormai i margini di modifica alla legge di bilancio siano limitati.
La Cisl si sfila: “Non è giusto strumentalizzare i lavoratori”
In questa situazione, la Cisl ha preso una strada diversa, decidendo di non aderire alla protesta. Luigi Sbarra, segretario della Cisl, ha difeso la scelta di mantenere il dialogo con il governo, ritenendo che buona parte della manovra risponda alle richieste avanzate dal suo sindacato. Sbarra ha lodato l’attenzione del governo ai temi sociali e, in particolare, agli interventi per l’occupazione, sostenendo che è possibile ottenere risultati anche attraverso il confronto.
Sbarra ha poi espresso un giudizio severo sulle scelte di Cgil e Uil, affermando che la loro mobilitazione è più vicina a una mossa politica che alla difesa degli interessi dei lavoratori. “Fare da traino all’opposizione non aiuta i lavoratori”, ha dichiarato Sbarra, ribadendo la necessità di una posizione sindacale equilibrata che non rischi di trasformarsi in strumento politico.
Il punto di vista di Cgil e Uil: “Difendiamo i diritti, non facciamo politica”
Landini e Bombardieri hanno risposto prontamente alle critiche della Cisl, sottolineando che la protesta è finalizzata esclusivamente a difendere i diritti dei lavoratori. I leader di Cgil e Uil sostengono che le richieste avanzate riguardano temi concreti, come la sicurezza nei luoghi di lavoro e il miglioramento delle condizioni economiche per le famiglie. Secondo loro, la manovra non contiene risposte sufficienti e trascurare queste esigenze rappresenterebbe un errore grave.
Le due confederazioni chiedono maggiori fondi per sanità e istruzione, interventi sulle pensioni e politiche che affrontino il problema della precarietà. Il loro obiettivo è spingere il governo a impegnarsi su questi temi, convinti che ci sia ancora spazio per apportare modifiche significative.
Una convocazione che potrebbe non bastare
Mentre i sindacati si preparano allo sciopero, la convocazione a Palazzo Chigi per il 5 novembre sembra lasciare poco spazio a cambiamenti concreti. Cgil e Uil temono che l’incontro possa essere solo un’operazione formale, priva della volontà di apportare modifiche reali alla manovra. Tuttavia, sia Landini sia Bombardieri hanno dichiarato di essere disposti a rivedere la mobilitazione se il governo dimostrerà un’apertura verso le loro richieste. La Cisl, dal canto suo, continua a mantenere un atteggiamento dialogante, puntando a un confronto costruttivo con l’esecutivo.
Sciopero e divisioni: quale futuro per il fronte sindacale?
Il 29 novembre si prospetta come una data importante per il mondo sindacale italiano. Da un lato, Cgil e Uil chiedono un cambio di rotta e si mostrano pronti a difendere i diritti dei lavoratori con fermezza. Dall’altro, la Cisl, che preferisce il dialogo e accusa i colleghi di politicizzare la questione, evidenzia la spaccatura interna. Questa mobilitazione rappresenta quindi non solo una critica alla legge di bilancio, ma anche un momento di riflessione per i sindacati italiani, chiamati a scegliere tra la strada della protesta e quella della negoziazione.
La divisione tra i sindacati segna una nuova fase di confronto con il governo e riflette le diverse visioni sul modo migliore per rappresentare i lavoratori. Sarà interessante osservare se il dialogo con il governo porterà a qualche apertura o se la mobilitazione di fine novembre confermerà un fronte sindacale sempre più frammentato.