Chat genitori e pubblicazione Pei
La piena responsabilità che esclude la scuola


Chat genitori e pubblicazione Pei. La loro piena responsabilità
Chat genitori e pubblicazione Pei. Non sempre i comportamenti delle persone online sono dettati da prudenza. Si crede che nel mondo virtuale le regole siano sospese, illudendosi di vivere in una bolla di impunità.
Martedì ItaliaOggi ha proposto un articolo che non lascia dubbi sulla responsabilità dei genitori, in riferimento alla pubblicazione del Pei (Chat dei genitori fuori controllo). Il documento sovrabbonda di dati personali (sanitari, psicologici, biografia della persona…) che necessitano di protezione. Da qui il ponderato trattamento che non deve mai identificarsi con fini eccedenti, rispetto ad esempio a quello istituzionale, afferente all’istituzione scolastica. Evidente che ogni iniziativa personale non autorizzata rientra nei comportamenti illeciti.
L’articolista (Antonio Ciccia Messina) evidenzia un aspetto che teoricamente dovrebbe essere assodato. Sembra, invece che non lo sia. Riferisce che il Garante Privacy considera un’iniziativa autonoma dei genitori la creazione di chat. Non può essere considerato un’ambiente virtuale collegato con la scuola, anche quando sono proposti avvisi di vario genere e afferenti la classe. Da qui è evidente che qualunque pubblicazione di documenti sensibili come il Pei o l’invio di convocazioni di consigli di classe per trattare casi di bullismo…, ricade sul genitore che ha postato il contenuto.
Diverso il discorso se la pubblicazione è prodotta da un docente. Recentemente il Garante ha pubblicato un provvedimento (115/25), nel quale ha chiarito il criterio di pubblicazione di un Pei. In sintesi: “La conoscibilità del PEI è limitata ai soggetti autorizzati dalla legge (genitori dello studente interessato, docenti della classe di appartenenza, soggetti coinvolti nell’intervento terapeutico e formativo): con esclusione, quindi, dei genitori dei compagni di classe dell’alunno con disabilità”