Cronache di una maturata: le riforme della Maturità 2026
Cos’è cambiato rispetto allo scorso anno e cosa ne pensano i prossimi maturandi


Alle porte del nuovo anno scolastico 2025/2026, il MIM ha rilasciato la tanto attesa e preannunciata riforma in merito all’Esame di Maturità. L’obiettivo generale di tale provvedimento, secondo quanto sostenuto dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, è quello di “valorizzare la persona dello studente a 360 gradi”, cercando di improntare la valutazione finale anche tenendo conto del percorso didattico e delle competenze trasversali sviluppate fuori e dentro l’ambiente scolastico.
Pertanto, proprio per poter consentire ciò, il colloquio orale subirà le variazioni più significative. Il numero di commissari, e dunque delle materie d’esame, scende da 6 a 4, divisi sempre tra interni ed esterni, e non si partirà più da un documento iniziale: così facendo, i candidati potranno dimostrare senza vincoli e tensioni iniziali la loro effettiva preparazione ed inoltre avere più tempo da dedicare ai percorsi di Educazione Civica e di Esperienza Scuola-Lavoro (ex PCTO).
Altre modifiche riguardano la già anticipata penalizzazione, attraverso la bocciatura, dei ragazzi che decidessero di fare “scena muta” all’orale di proposito, e la rivelazione dei voti degli scritti solo a colloqui conclusi, che va a rafforzare la precedente. È facilmente intuibile comprendere che ciò nasce in risposta ai numerosi episodi di boicottaggio registrati durante gli scorsi Esami: non avendo più la certezza di aver superato il fatidico 60 con la somma dei crediti e dei voti delle due prove scritte, la prova orale dovrà essere necessariamente sostenuta con il massimo dell’impegno. Inoltre, i ragazzi non potranno più fare affidamento sui 5 punti bonus, che nella precedente riforma erano assegnabili a chiunque avesse superato il 70 e avesse raggiunto minimo 30 punti di credito scolastico. Ciò che era stato dunque concepito come un aiuto usufruibile per la maggior parte degli studenti, è diventato adesso un arrotondamento elitario: non solo da 5 sono diventati 3, ma saranno accessibili solo a chi ha avuto almeno 97, per poter quindi fare cifra tonda.
A questo punto però, è lecito chiedersi: gli studenti apprezzeranno davvero le modifiche attuate?
Secondo un nostro studio, effettuato tramite modulo online, per ognuna di esse vige un’opinione differente da parte della comunità studentesca. La favorita è (indubbiamente) quella riguardante la riduzione dei commissari, gradita dal 70% degli intervistati, mentre le più criticate sono quelle incentrate sui punti bonus e sulla rivelazione dei voti degli scritti, rispettivamente con il 78,5% e il 76% di voti a sfavore; più equilibrata è la visione sul divieto di scena muta e sulla rimozione del documento, entrambe giudicate quasi al 50/50. Traducendo i dati, si comprende facilmente come i ragazzi apprezzino la volontà del Ministero di agevolare il carico di studio, ma allo stesso tempo riconoscano dei passi indietro nelle piccole accortezze che prima rappresentavano sicurezza e consentivano di svolgere il colloquio con maggior spigliatezza, senza il timore di aver sbagliato troppo agli scritti o di non poter contare sull’ “aiutino” dovuto al bonus. Sull’impostazione dell’orale, il risultato può essere interpretato considerando le capacità argomentative ed espositive del singolo studente. Se da una parte c’è chi considera l’imput predisposto come la possibilità di creare un discorso coeso ed incentrato sulla multidisciplinarietà, mentre dall’altra è ritenuto fuorviante e anzi penalizzante, a differenza di un’interrogazione generale sulle materie prese in oggetto; il pari merito dipende pertanto dalla soggettività e dal metodo di studio. Fa però riflettere il punto di vista sul cuore pulsante della riforma: tanti giovani hanno appoggiato la presa di posizione dei loro coetanei che hanno scelto di non sostenere l’orale, ma ad altrettanti questo fenomeno non ha minimamente toccato. È dunque inevitabile domandarsi se ci sia effettivamente bisogno di apportare modifiche al sistema scolastico italiano, fortemente contestato proprio dagli autori di queste proteste, poiché considerato retrogrado e fin troppo competitivo, oppure se sia stato necessario tanto clamore da parte del MIM per un numero così limitato di episodi, che non ha neanche influenzato chissà che fetta di studenti. Fatto sta che, in fin dei conti, delle innovazioni sono comunque arrivate: solo a seguito del suo svolgimento si potrà effettivamente promuovere o bocciare questa nuova Maturità.