Tutto pronto per la firma del CCNL. Maggioranza verso il sì, la partita di UIL, Gilda e CGIL

UIL pronta alla firma: cambia la partita. CGIL e Gilda valutano aperture per non restare fuori dalla maggioranza

04 novembre 2025 21:53
Tutto pronto per la firma del CCNL. Maggioranza verso il sì, la partita di UIL, Gilda e CGIL - La Voce della Scuola
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Domani il tavolo all’ARAN ha una traiettoria chiara: ci sono le condizioni politiche e tecniche per chiudere la parte economica del contratto scuola 2022-2024, come ha lasciato intendere il ministro Zangrillo parlando di “sensazioni positive”. La convocazione del 5 novembre è stata costruita nelle ultime settimane, quando gli atti economici sono stati allineati e il perimetro delle risorse reso disponibile per la stretta finale.​

L’asse che può portare alla firma è solido ed e’ stato costruito sottotraccia: la CISL punta a chiudere per sbloccare arretrati e nuovi cedolini, mentre SNALS e ANIEF hanno aperto alla sottoscrizione, a condizione di avviare subito il tavolo 2025-2027 per mettere a regime un percorso di recupero salariale. In controluce, la CGIL ha confermato il dissenso sugli importi e sul potere d’acquisto, una posizione che la colloca oggi fuori dalla maggioranza necessaria ma non le impedisce, all’occorrenza, di distinguere tra parte economica e parte normativa per non incidere sui tempi dei pagamenti. La UIL, pur denunciando il differenziale inflattivo e definendo “insufficienti” gli aumenti, resta dentro il perimetro del negoziato: la disponibilità a “ragionare” registrata al livello politico segnala che il margine per un assenso sulla componente economica non è precluso.​

La Gilda, intanto, ha scelto la strada della legittimazione interna: consultazione della base e assemblea nazionale per tradurre il mandato in una decisione all’altezza del peso rappresentativo del sindacato. Le richieste di merito restano in campo — specificità del profilo docente, critica alle figure intermedie, stabilizzazione degli strumenti di valorizzazione — ma il passaggio referendario è anche il modo per ancorare la scelta alla volontà degli iscritti alla vigilia della chiusura.​

Il pacchetto economico è definito e consente la chiusura: aumenti medi lordi attorno ai 150 euro mensili con forbici per profilo, arretrati stimati in circa 1.444 euro lordi dal 2022 e una quota già transitata in busta paga grazie agli anticipi disposti nel 2023. La firma della parte economica aprirebbe subito il cantiere operativo — calendario degli arretrati e allineamento dei cedolini tra fine anno e inizio del prossimo — e, in parallelo, sbloccherebbe l’apertura formale del triennio 2025-2027, dove l’ipotesi di un primo scalino intorno al 5,4% (con stime di circa 142 euro lordi per i docenti e 104 per gli ATA) è già entrata nel dibattito tra le parti.​

La giornata di domani, dunque, vale più di un passaggio contabile: è il test della rappresentanza dopo mesi di frizione e l’innesco della fase normativa che definirà il perimetro vero delle relazioni di lavoro nella scuola. Se la firma arriverà, come oggi appare plausibile, il comparto potrà finalmente vedere gli effetti economici di un triennio rimasto troppo a lungo sospeso; subito dopo, si aprirà la partita più delicata, quella che dal reclutamento alla valorizzazione proverà a riannodare l’agenda con cui i sindacati chiedono di colmare la distanza tra salario, carriera e missione del sistema.​

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