Dimensionamento: De Luca dichiara guerra al Ministero
Sono 120 le autonomie scolastiche destinate a sparire dalla Campania entro il 2024. A dirlo nel corso di un incontro con sindaci, dirigenti scolastici e sindacati della scuola, è l’ assessore regional...

Sono 120 le autonomie scolastiche destinate a sparire dalla Campania entro il 2024. A dirlo nel corso di un incontro con sindaci, dirigenti scolastici e sindacati della scuola, è l’ assessore regionale Lucia Fortini.
Secondo le nuove regole, stabilite nella legge di bilancio 2023, le scuole con meno di 900 iscritti saranno accorpate in nome della razionalizzazione dei costi e maggiore efficienza.
Così è previsto che a partire dal prossimo anno scolastico, perderanno l’ autonomia amministrativa (quindi dirigente scolastico e dsga) 36 scuole nella provincia di Napoli, 41 a Salerno, 18 in provincia di Avellino, 16 in quella di Benevento e 9 a Caserta.
Non ci sta Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, anche lui presente all’ incontro di ieri che dice «stabiliamo noi le condizioni sulla scuola nella nostra regione: più docenti e più risorse, non cederemo di un millimetro» e promette «scenderemo in piazza a Napoli, Roma, Bruxelles, ovunque sia necessario per salvare la scuola pubblica», perché, aggiunge, il piano è chiaro «privatizzazione. Proprio come vogliono fare con la sanità».
A controbattere è il deputato della Lega Gianpiero Zinzi: «sul dimensionamento De Luca inganna i cittadini e dice il falso». «Qui non si parla della riforma Valditara, ma di quella prevista dal PNRR. Nessun istituto verrà chiuso, nessun preside e nessun docente mandato via, anzi siamo alla vigilia di un’ importante stagione di assunzioni e concorsi».
Condividono le preoccupazioni del governatore, i sindacati di settore. Per la segretaria campana della Uil Scuola RUA, Roberta Vannini: «il dimensionamento significa la morte della scuola pubblica in Campania. Siamo pronti anche alle manifestazioni di piazza. Avvertiamo l’ esigenza di rompere una narrazione che sta depotenziando l’ immagine della scuola. Dobbiamo far capire all’ opinione pubblica cosa significa non avere più una scuola in un territorio, spiegare che accorpare delle realtà diverse non è una scelta di efficienza ma una debolezza».
Intanto da viale Trastevere viene bollata come “mero opportunismo politico” l’ iniziativa del governatore campano. Già a novembre, il ministro Valditara aveva spiegato che il dimensionamento era obbligato dal PNRR e che anzi, il MIM aveva scongiurato effetti ancora più drammatici: «in realtà le scelte del ministero servono a mitigare gli effetti delle misure Bianchi ed Azzolina che avevano illuso il mondo della scuola, facendo credere che si potessero istituire nuove istituzioni scolastiche, ma facendosene carico per soli tre anni. Scaduta quella disciplina transitoria (oggi in contrasto con il PNRR) se non fossimo intervenuti si sarebbe arrivati ad una disciplina ancor più penalizzante per ben 90 DS e DSGA. È importante quindi uscire da un equivoco su cui troppi stanno giocando: la norma da noi proposta non prevede chiusure di plessi scolastici, ma l’efficientamento della presenza della dirigenza sul territorio, eliminando l’abuso della misura della “reggenza”, vero deficit organizzativo che abbiamo ereditato. Tra l’altro, la misura da noi voluta genera dei risparmi, che abbiamo ottenuto rimangano a beneficio del mondo della scuola e in particolare dei dirigenti scolastici».