Dimensionamento delle scuole: decide lo Stato. Sardegna bloccata
La recente sentenza della Corte Costituzionale n. 168, depositata il 28 ottobre 2024, ha chiarito un principio cruciale in merito al dimensionamento delle scuole: spetta allo Stato definire il numero...

La recente sentenza della Corte Costituzionale n. 168, depositata il 28 ottobre 2024, ha chiarito un principio cruciale in merito al dimensionamento delle scuole: spetta allo Stato definire il numero delle autonomie scolastiche e la distribuzione dei dirigenti scolastici e amministrativi. Questa decisione ha dichiarato illegittima la legge n. 2 del 2024 della regione Sardegna, la quale tentava di mantenere inalterato il numero delle istituzioni scolastiche locali, in contrasto con le prerogative statali.
Le motivazioni della Consulta
La sentenza sottolinea che le regioni devono rispettare i contingenti nazionali stabiliti tramite decreto ministeriale, il che comprende sia il numero delle autonomie scolastiche che la dotazione di dirigenti e personale amministrativo. La Corte ha ribadito il ruolo preminente dello Stato in materia di istruzione, affermando che il dimensionamento e la distribuzione delle risorse scolastiche devono seguire criteri uniformi su tutto il territorio nazionale.
La legge della Sardegna aveva l’intento di mantenere stabili le istituzioni scolastiche per salvaguardare l’offerta formativa e le esigenze del territorio. Tuttavia, la Consulta ha evidenziato come un simile intervento regionale costituisca un’invasione delle competenze statali. Infatti, solo lo Stato ha la facoltà di stabilire il quadro generale delle autonomie scolastiche, un principio già sancito con una precedente sentenza, la n. 223 del 2023.
Un precedente consolidato: la sentenza n. 223/2023
La Corte Costituzionale aveva già affrontato una questione simile nella sentenza n. 223 del 2023, in cui aveva stabilito che le autonomie scolastiche non possono essere decise dalle singole regioni, ma devono rispondere a un criterio di uniformità nazionale. In questo contesto, la Consulta aveva confermato che il potere dello Stato di regolamentare il dimensionamento scolastico risponde a esigenze di equilibrio economico e di coerenza dell’offerta formativa a livello nazionale.
Questa uniformità evita che ci siano disparità tra le varie regioni, garantendo che l’istruzione sia equamente distribuita e accessibile, in linea con i principi della Costituzione. La decisione della Sardegna, quindi, si è scontrata con questa visione, puntando a mantenere un assetto delle autonomie scolastiche indipendentemente dalle direttive statali.
Le reazioni alla sentenza
La sentenza della Corte ha suscitato reazioni differenti. Da un lato, alcuni rappresentanti della Sardegna hanno espresso disappunto, sostenendo che una gestione autonoma delle istituzioni scolastiche avrebbe permesso di rispondere meglio alle specifiche esigenze locali, come il mantenimento di scuole in aree geografiche svantaggiate. Dall’altro, molti sottolineano l’importanza di un coordinamento centrale che permetta di ottimizzare le risorse e di garantire una qualità dell’istruzione uniforme su tutto il territorio nazionale.
Le associazioni sindacali e vari esponenti del mondo scolastico hanno evidenziato come la decisione rafforzi la necessità di adottare criteri chiari e trasparenti per il dimensionamento scolastico, a vantaggio della pianificazione e della stabilità del personale.
Prospettive future e impatto sul territorio
Questa sentenza pone le regioni di fronte a un bivio importante: rispettare le normative statali o cercare nuove soluzioni per tutelare l’offerta formativa nei territori con specificità geografiche e demografiche. Alcune regioni potrebbero spingere per ottenere una maggiore flessibilità dallo Stato, proponendo modelli alternativi che rispondano alle loro esigenze locali, ma restando entro i limiti delle competenze costituzionali.
L’intervento della Corte Costituzionale sottolinea, inoltre, la necessità di un confronto continuo tra Stato e regioni per trovare soluzioni che garantiscano tanto il rispetto delle direttive centrali quanto le particolarità territoriali.
In conclusione, la decisione della Corte Costituzionale sulla legge della Sardegna conferma che il dimensionamento delle scuole è una questione di competenza statale, mirata a garantire una distribuzione equa delle risorse educative a livello nazionale. Tuttavia, emerge anche l’urgenza di un dialogo costante con le regioni, per assicurare che le politiche nazionali tengano conto delle specificità locali e dell’importanza di mantenere un’istruzione accessibile e di qualità per tutti gli studenti italiani.