Divieto cellulari a scuola, se sequestrati e posti in armadietti le scuole sono responsabili
Ma vi sono anche istituti dove agli allievi viene chiesto di porre il cellulare all’interno di armadietti o contenitori: in questo caso le scuole prendono in carico gli smartphone e diventano responsabili dell’oggetto


Prendono il via le lezioni con la novità dello stop tassativo dell’utilizzo dello smartphone in orario scolastico: da quest’anno scolastico gli studenti dovranno tenere i loro telefoni cellulari all’interno degli zaini e rigorosamente spenti. Ma vi sono anche istituti dove agli allievi viene chiesto di porre il cellulare all’interno di armadietti o contenitori: in questo caso le scuole prendono in carico gli smartphone e diventano responsabili dell’oggetto, anche in caso di furto o danneggiamento. A spiegarlo alla ‘Tecnica della Scuola’ è l’avvocato Dino Caudullo, esperto di legislazione scolastica: il legale fa chiarezza su un aspetto probabilmente sottovalutato dagli organi collegiali.
Ha prodotto risposte diversificate la circolare estiva del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che vieta l’uso del cellulare a scuola anche nella scuola secondaria di secondo grado: se la maggior parte degli istituti hanno deciso di fare lasciare agli studenti i cellulari spenti nei loro zaini o nei giubbotti, anche perché non avrebbero avuto le risorse e gli spazi utili a custodirli, ci sono anche scuole che hanno optato per la collocazione dei dispositivi in armadietti o contenitori vari.
Alcune di queste scuole hanno anche spiegato che la custodia del telefono cellulare si attua declinando ogni responsabilità in caso di danneggiamento o sottrazione degli stessi. Secondo l’avvocato Dino Caudullo, esperto di legislazione scolastica, questa sottolineatura è però più che discutibile: “Il custode, o depositario, nel caso di contratto di deposito – spiega il legale -, ha l’obbligo di custodire il bene con la diligenza del buon padre di famiglia, adottando tutte le misure necessarie per preservare il bene dalla perdita, dal deterioramento o dalla sottrazione, compreso il furto (il depositario deve adempiere all’obbligo di custodia con la diligenza del buon padre di famiglia (art. 1768 c.c.) e, pertanto, è tenuto ad adottare tutti gli accorgimenti necessari per conservare il bene, evitandone la perdita, il deterioramento o la sottrazione.’)”. Dunque, in caso contrario, se il ‘telefonino’ dell’alunno dovesse rompersi o andare perso, la scuola non sarebbe del tutto esente da responsabilità.
IL FOCUS
Da un campione di dirigenti scolastici, interpellati dalla testata giornalistica ‘La Tecnica della Scuola’, emerge un interesse non prevalente per l’utilizzo degli armadietti, dove custodire i telefoni cellulari; la maggior parte delle scuole interpellate sembrerebbe infatti preferire la linea indicata dal ministro Giuseppe Valditara, ovvero quella di lasciare gli smartphone negli zaini, per procedere con sanzioni di vario tipo in caso di utilizzo; sanzioni che vanno dal richiamo verbale alla nota disciplinare fino, dopo un uso reiterato del dispositivo, all’assegnazione del 5 in condotta (che porta all’automatica ripetizione dell’anno scolastico da parte dello studente).
Analizzando anche varie circolari già pubblicate dalle scuole sulle nuove modalità di gestione dei cellulari a scuola è emerso poi che in molti istituti il divieto permane anche a ricreazione; in alcune scuole, inoltre, i docenti sono chiamati a dare l’esempio, anche se nella maggior parte lo stop di utilizzo esteso al personale scolastico non viene menzionato. Tra i casi particolari, infine, spicca quello di una scuola dove gli armadietti per i cellulari risultano facoltativi: per chi decide di utilizzarli, però, ci sono spese da addebitare alle famiglie.
I risultati dell’indagine qualitativa sono presenti sul sito Tecnica della Scuola.it.