Fame di cultura, la lettura tra i giovani oltre le apparenze

“I giovani non leggono”: un luogo comune duro a morire

31 luglio 2025 12:11
Fame di cultura, la lettura tra i giovani oltre le apparenze -
Condividi


Accendendo la televisione, sfogliando un giornale o scorrendo i social, si sente spesso ripetere una frase che sembra mettere fine a ogni discussione: i giovani non leggono.
Quattro parole che, dietro la loro apparente leggerezza, racchiudono un giudizio pesante: l’idea che un’intera generazione di adolescenti e giovani adulti non nutra alcun interesse per la lettura.

I dati smentiscono la convinzione diffusa

Questa affermazione è facilmente confutata, prima di tutto con i numeri. L’indagine ISTAT 2024 rivela infatti che la fascia d’età tra gli 11 e i 24 anni è quella con la quota più alta di lettori in Italia: circa sei giovani su dieci leggono libri al di fuori dell’ambito scolastico.
Un dato che ribalta completamente il luogo comune, dimostrando una realtà spesso ignorata.

Il boom della lettura passa dai social

Perché, allora, i giovani leggono così tanto? E perché gli adulti faticano a notarlo?
Da giovane studente appassionato di libri, posso dirlo: la tecnologia è stata il motore di questa rinascita. I social network hanno iniziato a riempirsi di contenuti dedicati alla lettura, con consigli, recensioni e discussioni, soprattutto durante il primo lockdown del marzo 2020. In quel periodo la voglia di comunicare era enorme e le piattaforme digitali si sono trasformate in spazi dove parlare di libri.

È da qui che nasce il fenomeno Booktok: una vera e propria comunità di lettori su TikTok, al punto che il termine è entrato nel vocabolario Treccani nel 2023. Oggi oltre 60 milioni di post nel mondo ruotano attorno a questo trend.
Anche le fiere del libro confermano la tendenza: eventi come il Salone Internazionale di Torino o Più Libri Più Liberi di Roma vedono una partecipazione giovanile altissima.

Un nuovo modo di leggere

Quello che emerge è chiaro: i giovani leggono, ma lo fanno con strumenti contemporanei come le app, i social e i formati digitali, mossi da una curiosità che supera il semplice interesse.
È per questo che certe etichette andrebbero abbandonate. I ragazzi leggono quando trovano chi sa parlare la loro lingua e incuriosirli, dimostrando che leggere non è mai noioso, ma è un’esperienza che apre la mente e, soprattutto, il cuore.

Uno sguardo da cambiare

Forse ciò che deve davvero cambiare non è l’abitudine dei giovani, ma lo sguardo con cui gli adulti osservano le nuove generazioni.
Il mondo evolve in continuazione, ma la fame di storie resta. Anzi, cresce. E noi giovani ne siamo affamati.


Segui Voce della Scuola