Firenze, violenza su una diciottenne. Il CNDDU: “Serve un patto sociale tra scuola, istituzioni e comunità per fermare la spirale della violenza di genere”

Firenze, violenza su una diciottenne. Il CNDDU: “Serve un patto sociale tra scuola, istituzioni e comunità per fermare la spirale della violenza di genere”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione e indignazione per il gravissimo episodio accaduto nella notte tra il 2 e il 3 giugno a Firenze, ai danni di una giovane diciottenne aggredita brutalmente mentre rientrava a casa. La violenza subita in una zona urbana marginale, da tempo segnalata come “terra di nessuno”, non è solo un dramma personale, ma il riflesso inquietante di un fenomeno sistemico che minaccia la sicurezza e la dignità delle donne, specialmente delle più giovani.

Questo episodio si inserisce in un quadro sociale sempre più allarmante, in cui la violenza di genere, le molestie e le aggressioni sessuali non rappresentano casi isolati, ma manifestazioni ricorrenti di un tessuto culturale ancora fortemente segnato dal disprezzo e dalla disuguaglianza. Quando una ragazza non può più percorrere in sicurezza il tragitto verso casa, vuol dire che la società ha fallito in una delle sue funzioni fondamentali: proteggere.

Come CNDDU, accogliamo con favore i dati diffusi in questi giorni dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che vedono coinvolti oltre 860mila studenti in percorsi strutturati di educazione al rispetto e alle relazioni. Un traguardo importante e storico, come ha affermato il Ministro Valditara, che restituisce alla scuola un ruolo centrale nella prevenzione della violenza di genere. Eppure, ciò che accade nelle nostre città ci dice che non basta. Occorre un impegno ancora più deciso, un patto sociale che metta in rete scuola, famiglie, forze dell’ordine, amministrazioni locali e realtà del terzo settore, affinché la cultura del rispetto diventi realmente patrimonio condiviso.

Per questo chiediamo con forza che i progetti di educazione civica, legalità e diritti umani non siano considerati appendici opzionali, ma percorsi strutturati, trasversali e valutabili, presenti in ogni ciclo scolastico. Progetti che devono partire dalle storie reali, come quella della giovane fiorentina aggredita, per far capire ai nostri studenti e studentesse cosa significa davvero parlare di diritti, sicurezza, uguaglianza.

Inoltre, sollecitiamo un intervento immediato delle istituzioni nei territori a rischio, come quello tra Scandicci e Firenze, per garantire la sicurezza urbana, il presidio del territorio e il recupero delle aree abbandonate o degradate. La scuola da sola non può bastare, se poi le ragazze sono costrette a muoversi in spazi dove l’assenza dello Stato e il degrado urbano lasciano spazio solo alla paura.

Ribadiamo, infine, la necessità che l’educazione alle relazioni, all’empatia e alla cittadinanza attiva venga sostenuta con una formazione specifica per tutto il personale scolastico, come previsto dal nuovo piano di 15 milioni di euro in collaborazione con INDIRE. Accogliamo con favore questa prospettiva, e siamo pronti, come Coordinamento, a offrire la nostra esperienza progettuale e pedagogica per contribuire alla costruzione di una scuola che sia davvero presidio di diritti e dignità.

Ci stringiamo alla giovane vittima e alla sua famiglia con rispetto e vicinanza, e ci impegniamo affinché la sua storia non resti solo un fatto di cronaca, ma diventi occasione di coscienza collettiva e cambiamento.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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