Il cambio di passo di Bombardieri che spiazza Landini. Uil verso la firma del contratto?

Bombardieri rompe con Landini: "Bene Meloni, pausa di riflessione con CGIL". UIL verso la firma del contratto scuola? Se realpolitik batte ideologia.

23 ottobre 2025 17:48
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«Con Meloni è cambiato il metodo: questa volta ci hanno ascoltati prima della manovra». Un "cambio di passo" che a quanto pare e’ piaciuto a Pierpaolo Bombardieri, lasciando sospettare una svolta nei rapporti tra UIL e governo proprio nel momento cruciale del rinnovo dei contratti pubblici, quello della scuola in prima fila. Dalle parti di Corso d’Italia la frase deve essere suonata come un clamoroso “contrordine compagni”, una presa di distanze dal muro di protesta certosinamente costruito da Maurizio Landini, determinato a non dialogare con un governo percepito come nemico da abbattere piuttosto che come interlocutore con cui negoziare.​

Il contrordine in cinque dichiarazioni

Perché di contrordine si tratta, e non di semplice cambio tattico. Basta confrontare le dichiarazioni di Bombardieri con la linea unitaria fino a ieri condivisa con la CGIL per coglierne la portata dirompente. In un'intervista a Il Foglio, il segretario UIL non si è limitato a parlare di "dialogo": ha elogiato apertamente il governo con un «bene il governo che ha valorizzato la contrattazione», ribaltando la narrazione del "governo nemico dei lavoratori" che fino a poche settimane prima aveva condiviso con i cugini.​

Ancora più dirompente la battuta rilasciata a Il Secolo d'Italia, quando ha ironizzato sulla rottura proprio con Landini: «Con Landini serve una pausa di riflessione. Forse è la crisi del settimo anno». Una frase che parrebbe certificare una rottura strategica e forse personale con il leader CGIL, con cui pero’ fino ad agosto firmava lettere unitarie alla premier su Gaza e questioni internazionali. Il contrasto è stridente: da alleato unitario a interlocutore critico, nel giro di pochi mesi.​

Nell'intervista a Repubblica, poi, Bombardieri ha aggiunto il riconoscimento politico più pesante: «due miliardi non sono pochi, è un cambio di passo». Le risorse messe in campo dal governo vengono celebrate come risultato concreto, mentre Landini, nello stesso giorno, definiva la manovra "una truffa ai danni dei lavoratori". Ancora due visioni inconciliabili sullo stesso oggetto politico.​

La quarta dichiarazione che fa gridare al tradimento arriva durante un confronto pubblico, quando Bombardieri ha contrapposto la propria strategia a quella CGIL: «siamo per unire, non per urlare dalle piazze», una critica diretta alla mobilitazione permanente di Landini e alla sua scelta di puntare su scioperi politici, come quello per Gaza, che il segretario UIL aveva pubblicamente disertato.​

Infine, la dichiarazione più programmatica, quella che definisce il nuovo corso UIL: «è il contratto lo strumento di democrazia economica», pronunciata sempre nell'intervista a Repubblica. Con questa frase, Bombardieri riconosce dignità alla contrattazione con questo governo, scegliendo implicitamente di legittimarlo. Agli antipodi della spasmodica ricerca della spallata per contrattare solo con governi "amici".​

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