«Il conguaglio di giugno»: perché 400 € in più (ma non per tutti) finiranno in busta paga ai dipendenti pubblici

Il 1° gennaio 2025 è scattata la proroga del taglio del cuneo contributivo – 7 % per i redditi fino a 25 000 €, 6 % fino a 35 000 €, 3 % fra 35 000 e 40 000 € – inserita nella Legge di Bilancio 2025....

A cura di Redazione
29 aprile 2025 08:44
«Il conguaglio di giugno»: perché 400 € in più (ma non per tutti) finiranno in busta paga ai dipendenti pubblici -
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Il 1° gennaio 2025 è scattata la proroga del taglio del cuneo contributivo – 7 % per i redditi fino a 25 000 €, 6 % fino a 35 000 €, 3 % fra 35 000 e 40 000 € – inserita nella Legge di Bilancio 2025. Per il settore privato lo sconto è stato applicato subito; nella Pubblica amministrazione, invece, l’adeguamento dei calcoli stipendiali è slittato perché il sistema informatico del MEF (NoiPA) doveva essere aggiornato. Ne sono nati cinque mesi di “busta paga alleggerita” di circa 70–80 € netti al mese per docenti, personale ATA e ministeriali.

La finestra di giugno

Secondo un’informativa interna di NoiPA, ripresa da Il Messaggero il 19 aprile, l’aggiornamento sarà completato sul cedolino di giugno. In quella data verrà riconosciuto lo sgravio corrente e, in un’unica soluzione, il recupero degli arretrati di gennaio-maggio. La cifra media stimata – calcolata su un reddito lordo di 27-30 000 € – oscilla fra i 350 e i 420 € netti. Gli importi variano perché incidono ore part-time, assenze, detrazioni e addizionali locali.

Come funziona il taglio

Il taglio del cuneo non tocca l’IRPEF ma riduce la trattenuta previdenziale a carico del lavoratore (INPS ex CPDEL per la scuola). Per un docente di scuola media con stipendio lordo di 1 930 € al mese significa circa 115 € in più a regime; ai 5 mesi non versati si somma la mensilità corrente, da cui i 400 € lordi che si trasformano in poco meno di 390 € netti dopo le addizionali. Per i collaboratori scolastici – stipendio lordo 1 380 € – il conguaglio si attesterà intorno ai 320 €. Chi supera 40 000 € lordi annui non riceverà né sconto né arretrati.

Perché il ritardo

Il MEF ha giustificato il differimento con la necessità di “allineare le banche dati alle nuove fasce retributive e detrazioni 2025”. Union i come Cisl-FP e Flc-Cgil criticano però l’inerzia: «Quattro mesi di attesa sono inaccettabili, soprattutto dopo che aprile ha visto stipendi più bassi di oltre 100 €», si legge in un volantino diffuso ai dipendenti.

Non solo cuneo: l’indennità di vacanza contrattuale

Nel frattempo, da aprile i lavoratori della scuola percepiscono uno 0,6 % di indennità di vacanza contrattuale (IVC), misura ponte in vista del rinnovo del contratto 2025-27: vale tra 8 € e 18 € netti al mese, destinati a salire all’1 % da luglio. La sovrapposizione tra IVC e taglio del cuneo porterà – da luglio in poi – un aumento permanente di circa 120 € netti per la maggior parte dei dipendenti del comparto Istruzione.

Cosa succede alle fasce più alte

Chi è vicino al tetto dei 40 000 € deve fare attenzione: un’attività extra (esami di Stato, straordinari, incarichi aggiuntivi) potrebbe far saltare parte dello sconto e ridurre il conguaglio di giugno. Il cedolino riporterà una voce “Esonero contributivo art. 1 L. 234/2021” che può scendere da 6-7 % a 3 % o annullarsi. Gli operatori dei sindacati scuola consigliano di verificare il proprio imponibile progressivo nella sezione “consultazione pagamenti” di NoiPA.

Il confronto con il privato

Nel settore privato lo sgravio è corrisposto mensilmente da gennaio: un operaio con 24 000 € lordi ha già incassato circa 400 € netti in più nei primi cinque mesi rispetto all’omologo pubblico. Questa asimmetria è al centro di un’interrogazione parlamentare presentata dal PD, che chiede un automatismo unico per tutti i lavoratori dipendenti.

Effetti sul rinnovo contrattuale

Il “bonus” di giugno non sostituisce il rinnovo del CCNL. Per la scuola le trattative 2025-27 partiranno in autunno con un’ipotesi di incremento tabellare del 5,8 %. Se il nuovo contratto entrerà in vigore nel 2026, scatteranno altri arretrati; ma lo sconto sul cuneo resterà separato, perché finanziato da un capitolo ad hoc della Manovra (circa 10 miliardi di euro su base annua).

Possibili ritardi

Se l’adeguamento software di NoiPA slittasse oltre il 15 giugno, il conguaglio verrebbe spostato a luglio. Il MEF non ha diffuso un comunicato ufficiale, limitandosi a indicazioni “interne”; per questo le sigle sindacali invitano alla prudenza. L’ultimo precedente risale al 2023, quando il conguaglio Irpef arrivò con due mesi di ritardo.

Come prepararsi

Chi vuole un calcolo di massima può moltiplicare il proprio lordo mensile per cinque e applicare la percentuale di esonero spettante: 7 %, 6 % o 3 %. Il risultato va poi ridotto delle addizionali e dell’aliquota media Irpef (circa 23-25 %). Per un quadro preciso, basterà consultare la simulazione di cedolino che NoiPA rilascerà qualche giorno prima dell’emissione ordinaria di giugno.

La morale del conguaglio

Il taglio del cuneo è una misura di politica fiscale, ma il suo ritardo rivela un problema di infrastrutture digitali della pubblica amministrazione: stessa legge, tempi diversi. A giugno la “quattordicesima” da 400 € farà comodo a molti dipendenti – docenti in primis – ma non cancellerà le critiche su una macchina che, per agganciare le riforme del lavoro, deve correre almeno quanto le buste paga che dovrebbe erogare.

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