Il Daily Mail e la "Disforia di Specie": attacco a cultura Woke e libertà di genere
Un recente articolo del Daily Mail ha sollevato discussioni accese sul tema della cosiddetta “disforia di specie” dopo che un alunno di una scuola media scozzese avrebbe ottenuto il permesso di identi...

Un recente articolo del Daily Mail ha sollevato discussioni accese sul tema della cosiddetta “disforia di specie” dopo che un alunno di una scuola media scozzese avrebbe ottenuto il permesso di identificarsi come lupo. Il tabloid britannico ha usato questa notizia per lanciare un attacco frontale alla cultura woke, accusata di influenzare negativamente il sistema educativo, legittimando comportamenti considerati estremi.
Il caso del ragazzo-lupo
Secondo il Daily Mail, la scuola avrebbe concesso al ragazzo il diritto di identificarsi come lupo, fornendogli persino il supporto di un insegnante di sostegno. Sebbene il nome della scuola non sia stato reso noto, il giornale sostiene che ci sarebbero documenti ufficiali che confermano l’accettazione di questa identità non umana. Tuttavia, l’articolo non fornisce dettagli chiari su cosa comporti effettivamente questa identificazione, limitandosi a riferire che il ragazzo farebbe parte di un gruppo chiamato Furries, una subcultura in cui le persone si travestono da animali antropomorfi.
I Furries non sono un fenomeno nuovo; esistono dagli anni Ottanta come espressione di una cultura alternativa legata alla fantascienza. Tuttavia, il Daily Mail utilizza questo caso per sollevare preoccupazioni più ampie riguardo a quello che definisce come un progressivo deterioramento dei valori educativi tradizionali.
L’attacco alla “disforia di specie” e il parallelo con la disforia di genere
Il cuore dell’articolo non è tanto la specificità del caso, quanto il suo significato più ampio in un contesto culturale che il Daily Mail vede come preoccupante. La “disforia di specie”, pur non riconosciuta scientificamente come condizione medica, viene presentata come l’ultima evoluzione di una serie di identificazioni alternative che, a detta del giornale, trovano legittimazione nelle scuole sotto l’influenza della cultura woke.
Il Daily Mail sottolinea come questa vicenda sia emblematica di una tendenza più vasta, in cui il sistema educativo britannico viene ritenuto troppo permissivo verso la libertà di identificarsi in modo non convenzionale. Questo attacco si inserisce chiaramente nel dibattito sulla disforia di genere, con l’articolo che mira implicitamente a criticare la crescente accettazione della fluidità di genere e delle identità non conformi ai modelli tradizionali. Il giornale traccia un parallelo tra la disforia di genere e quella di specie, suggerendo che entrambe riflettano un’epoca in cui “tutto è possibile” e la realtà biologica viene messa in discussione.
Le critiche alle linee guida scolastiche
L’articolo non si limita a un singolo caso, ma allarga il discorso a un attacco più generale contro le linee guida educative in Scozia e nel Regno Unito, considerate troppo inclini ad accettare qualsiasi forma di espressione individuale. Il neuropsicologo Tommy MacKay, intervistato dal giornale, afferma che la disforia di specie non ha basi scientifiche, ma aggiunge che in tempi come questi non sorprende vedere persone che vogliono identificarsi in modo diverso da quello che sono. Il messaggio implicito è che l’accettazione della disforia di genere nelle scuole potrebbe aver aperto la strada a un’accettazione di comportamenti ritenuti “devianti” o “bizzarri”.
Christopher McGovern, presidente della Campaign for Real Education, viene citato per rafforzare l’idea che il sistema scolastico sia sotto l’influenza di una cultura politically correct. Secondo McGovern, giustificare comportamenti insoliti con “terminologia pseudo-medica” è una tendenza pericolosa, parte di quella che lui chiama l’”industria della vittimizzazione”.
Un attacco mirato alla cultura woke
L’articolo del Daily Mail usa il caso del ragazzo che si identifica come lupo come trampolino per un attacco alla cultura woke, accusata di legittimare comportamenti che vanno oltre la normale comprensione dell’identità umana. La vera battaglia, però, è quella contro l’accettazione delle identità di genere non conformi, che viene criticata come parte di un processo di disgregazione dei valori tradizionali.
In definitiva, la “disforia di specie” non è il vero bersaglio del Daily Mail. Il tabloid utilizza il caso come simbolo di una tendenza più ampia e radicale di cambiamento sociale, che coinvolge la libertà di genere e l’inclusione di identità non binarie. La critica non è tanto rivolta al singolo episodio, ma al clima culturale che, secondo il giornale, sta favorendo un ambiente scolastico sempre più tollerante verso identità percepite come “anormali”, minando i fondamenti dell’educazione tradizionale.