In 18 mesi il nuovo testo unico della scuola. Parola d'ordine: semplificazione
Delega al Governo per riordinare le norme della scuola in 18 mesi, con testi unici per materia, meno adempimenti e governance più chiara
La Camera ha approvato in via definitiva il DDL A.C. 2393-A: l’articolo 15 delega il Governo a riordinare e semplificare la normativa scolastica entro 18 mesi, con l’obiettivo di unificare le norme primarie in un Testo Unico, anche articolato per materia. È prevista una finestra aggiuntiva di 24 mesi per eventuali interventi correttivi, seguita dall’allineamento della normativa secondaria attraverso regolamenti attuativi e riordino di decreti ministeriali e interministeriali. Il perimetro della riforma tocca personale, adempimenti amministrativi, governance degli organi collegiali e sistema nazionale di valutazione.
Cosa prevede la delega
La delega punta alla unificazione e razionalizzazione delle norme di livello primario, aggiornando, accorpando o sopprimendo procedure non più utili per ridurre burocrazia e contenzioso. “Fermo restando il principio dell’autonomia scolastica”, è prevista una revisione della disciplina degli organi collegiali per definire con maggiore precisione competenze e responsabilità, eliminare duplicazioni e chiarire il rapporto con il ruolo dei dirigenti scolastici. Il testo include anche il riordino degli organi consultivi del Ministero e una razionalizzazione dei poteri di vigilanza sugli enti del Servizio nazionale di valutazione, INValSI compreso, per evitare sovrapposizioni e assicurare coerenza regolativa.
Dove inciderà di più
Sul personale si prospetta un riassetto dei procedimenti più conflittuali, come mobilità, graduatorie, ricostruzione di carriera e sanzioni, con l’obiettivo esplicito di deflazionare il contenzioso. Nelle segreterie e per i dirigenti scolastici, la semplificazione dovrebbe tradursi in una riduzione di adempimenti e scadenze ridondanti, nella standardizzazione della modulistica e in flussi digitali interoperabili. Nella governance, la ridefinizione dei confini decisionali tra Collegio dei docenti, Consiglio d’istituto e Dirigente mira a evitare doppie deliberazioni e passaggi meramente formali. Per valutazione e organi consultivi, l’allineamento delle funzioni ridurrà stratificazioni che oggi generano incertezza applicativa.
Meno burocrazia, più poteri ai dirigenti?
L’intento dichiarato non è comprimere l’autonomia, ma chiarire responsabilità e tempi decisionali. È tuttavia plausibile uno spostamento del baricentro operativo verso il dirigente nei procedimenti a forte componente gestionale, specie se vengono ridotti i passaggi deliberativi non essenziali. Una maggiore digitalizzazione dei workflow potrebbe velocizzare le autorizzazioni in capo al DS, accompagnandole con obblighi più stringenti di trasparenza, tracciabilità e rendicontazione. L’equilibrio finale dipenderà dai decreti: la chiave sarà coniugare snellezza dei processi e garanzie di partecipazione sulle materie sostanziali.
Tempi e fasi dell’attuazione
Nei primi 18 mesi saranno adottati uno o più decreti legislativi di riordino. Nei successivi 24 mesi il Governo potrà intervenire con disposizioni integrative o correttive per affinare l’impianto. A valle seguiranno i regolamenti attuativi e un testo unico della normativa secondaria. In termini pratici, gli effetti entreranno a regime in un arco di tre-quattro anni, con passaggi intermedi che richiederanno adeguamenti organizzativi nelle istituzioni scolastiche.
Opportunità per le scuole
La semplificazione può liberare tempo e risorse riducendo la variabilità interpretativa e gli errori formali. Calendari amministrativi più prevedibili, fascicoli digitali integrati e interoperabilità delle piattaforme possono abbattere i colli di bottiglia in segreteria. Norme più chiare su responsabilità e procedimenti migliorano la prevenzione del contenzioso e rendono più leggibile la catena decisionale, con benefici per collegi, consigli e comunità educante.
Rischi da presidiare
L’ipersemplificazione può impoverire la partecipazione collegiale se sottrae al confronto materie sostanziali. Un’eccessiva centralizzazione nei dirigenti, senza congrue garanzie di trasparenza e valutazione, rischia di alterare gli equilibri dell’autonomia. Le differenze territoriali nella capacità digitale possono creare nuove asimmetrie operative. Infine, la fase transitoria tra abrogazioni e nuovi regolamenti potrebbe generare zone grigie che richiedono indirizzi tempestivi.
Cosa fare subito in vista dei decreti
Conviene mappare i processi più onerosi e litigiosi, così da essere pronti ad allinearli alle nuove procedure. La standardizzazione interna di modelli e check operativi faciliterà l’adozione di flussi digitali interoperabili e la corretta conservazione documentale. Un aggiornamento mirato del Regolamento d’istituto può chiarire deleghe e responsabilità senza anticipare abrogazioni non ancora vigenti. Un tavolo stabile tra DS, DSGA e funzioni strumentali aiuterà a monitorare i provvedimenti e programmare la formazione del personale.