In memoria di Luigi Sequino e Paolo Castaldi: il coraggio della memoria contro l’indifferenza
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani oggi, 10 agosto, ricorda due giovani vite strappate ingiustamente alla loro comunità: Luigi Sequino e Paolo Castaldi.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani oggi, 10 agosto, ricorda due giovani vite strappate ingiustamente alla loro comunità: Luigi Sequino e Paolo Castaldi. Era il 2000 quando, in una calda sera d’estate a Pianura, quartiere di Napoli, i due amici si fermarono a parlare sotto casa, ignari che quella conversazione sarebbe stata l’ultima. Scambiati dai killer per guardaspalle di un clan, vennero raggiunti da una raffica di colpi e morirono sul colpo. Non erano coinvolti in alcuna dinamica criminale, ma divennero vittime innocenti di una guerra tra clan che insanguinava il quartiere.
Da quella tragedia è nata una risposta di dignità e memoria. Le famiglie, l’associazione Le voci di Gigi e Paolo, cittadini, scuole e istituzioni hanno trasformato il dolore in azione concreta: strade e biblioteche portano i loro nomi, opere teatrali e murales raccontano la loro storia, e luoghi un tempo legati al potere criminale – come la Casa del giovane e la Casa della Cultura – sono stati riconvertiti in spazi di formazione, creatività e socialità per i ragazzi del quartiere.
Oggi, però, la loro memoria assume un significato ancora più urgente. A Napoli, nel solo 2024, il numero di minorenni coinvolti in reati gravissimi è raddoppiato rispetto all’anno precedente. Gli arresti di giovanissimi sono cresciuti di quasi il 50%, e i reati commessi con armi da fuoco dagli under-18 hanno registrato un aumento del 45%. Sempre più ragazzi escono di casa armati, anche in contesti socialmente insospettabili, e l’età di chi entra nelle dinamiche criminali si abbassa pericolosamente.
Questi dati raccontano un fenomeno che non possiamo ignorare: la criminalità giovanile non è più un’emergenza latente, ma una realtà visibile e in crescita. Per questo, il Coordinamento ribadisce la necessità di potenziare l’educazione alla legalità nelle scuole, rendendola viva e concreta. Non basta parlare di regole: occorre proporre modelli positivi, esperienze di cittadinanza attiva, strumenti per riconoscere e rifiutare le logiche mafiose e la cultura della violenza.
Ricordare Luigi e Paolo oggi significa parlare ai giovani del loro diritto a un futuro libero dalla paura. Significa mostrare che la memoria non è una fotografia sbiadita, ma un motore capace di cambiare la realtà. E il 10 agosto diventa, così, non solo il giorno in cui li piangiamo, ma il giorno in cui ci impegniamo a far sì che altri ragazzi non debbano fare la loro stessa fine.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU