La legge di bilancio aumenta di tre mesi l’uscita dal lavoro, Anief chiede la deroga per il personale scolastico: svolge un tipo di lavoro usurante, servirebbe Quota 97,5
Tra i diversi i provvedimenti presenti nel disegno di legge di bilancio dell’anno 2026, con influenze dirette sul futuro prossimo dei lavoratori dipendenti


Tra i diversi i provvedimenti presenti nel disegno di legge di bilancio dell’anno 2026, con influenze dirette sul futuro prossimo dei lavoratori dipendenti, c’è anche l’aumento dell’età pensionabile: il provvedimento, che peggiora l’attuale sistema previdenziale, prevede che dal 2027 si lascerà il lavoro un mese in più e l’anno successivo, dal 2028, è previsto un incremento anagrafico di altri due mesi: per vecchiaia, quindi, si andrà in pensione a 67,3 mesi oppure serviranno 43 anni e un mese di contributi versati (per le donne un anno in meno): gli unici a fare eccezione saranno le professioni gravose e usuranti, che nel comparto dell’Istruzione riguardano la scuola dell’infanzia e gli educatori dei nidi.
Secondo il presidente nazionale Anief, “il lavoro del personale scolastico deve essere considerato sempre usurante, così da fare accedere i lavoratori del comparto alla pensione con Quota 97,5 e senza penalizzazioni. Assieme al riscatto gratuito o semi-gratuito della laurea, la nostra è una battaglia in cui crediamo e che rappresenta una forma di giustizia, perché è assodato che nella scuola il livello di burnout risulta crescente e direttamente proporzionale all’età: pensare di lasciare in cattedra un insegnante alle soglie dei 70 costituisce un danno per il docente, che non è più in grado di esercitare al massimo la sua professione, anche perché in alta percentuale deve convivere con problemi psichici e fisici non indifferente, ma anche per gli alunni, ai quali non viene garantita l’offerta formativa migliore”.