La lunga attesa dei precari: tra riserve e meritocrazia

Il sistema di reclutamento del personale docente in Italia

02 agosto 2025 16:49
La lunga attesa dei precari: tra riserve e meritocrazia -
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Il sistema di reclutamento del personale docente in Italia, da tempo al centro del dibattito politico e sociale, si confronta con una complessità crescente, che mette in discussione l'equilibrio tra diversi principi fondamentali: la tutela delle categorie protette, la valorizzazione dell'esperienza professionale e la garanzia della meritocrazia.

Al cuore della questione si colloca il tema delle quote di riserva, una normativa che, pur nascendo da lodevoli intenti di inclusione e riconoscimento, genera una profonda sensazione di ingiustizia tra i docenti precari. Le principali riserve, come quelle previste per i volontari delle Forze Armate, per chi ha svolto il Servizio Civile Universale o per le persone con disabilità, rappresentano un impegno dello Stato a valorizzare determinate esperienze o a tutelare specifiche categorie di cittadini.

Tuttavia, l'applicazione di queste norme ha un impatto diretto sulla stabilità lavorativa di migliaia di docenti precari. Questi professionisti, che per anni hanno servito la scuola con dedizione, maturando un'esperienza insostituibile, si vedono spesso superare in graduatoria da candidati che beneficiano delle riserve, pur avendo un'esperienza didattica limitata o inesistente.

Questa dinamica non solo prolunga una precarietà già insostenibile, ma mina anche la fiducia nel sistema. Il docente precario, che investe tempo e risorse in concorsi e percorsi formativi, si chiede legittimamente se i sacrifici compiuti e la professionalità acquisita non siano sufficienti. L'aumento progressivo dei riservisti, anno dopo anno, rischia di rendere ancora più arduo il raggiungimento del ruolo, creando una spirale di incertezza e frustrazione.

A fronte di questa situazione, è indispensabile che il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) avvii una profonda riflessione. È necessario un intervento normativo che riesamini l'attuale sistema di assegnazione dei posti. La tutela dei lavoratori con una lunga precarietà dovrebbe diventare una priorità. Forse è il momento di rivedere i parametri, attribuendo un peso maggiore all'esperienza didattica maturata sul campo, senza per questo disconoscere il valore delle riserve.

L'obiettivo non è quello di contrapporre categorie di lavoratori, ma di costruire un sistema più equo e sostenibile, dove la qualità dell'insegnamento e il merito professionale siano i veri pilastri del reclutamento. Solo così la scuola potrà contare su un corpo docente motivato e valorizzato, in grado di offrire la migliore formazione possibile alle future generazioni.

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