Le Commissioni parlamentari e il Governo accolgano l’emendamento dell’ O.S. Anief sulla Mobilità intercompartimentale del personale scolastico
Il gruppo Mobilità intercompartimentale dei docenti plaude all’iniziativa della VII Commissione Cultura del Senato di approfondire la questione del Burnout dei docenti
MOBILITÀ INTERCOMPARTIMENTALE DOCENTI
COMUNICATO N. 19
Le Commissioni parlamentari e il Governo accolgano
l’emendamento dell’ O.S. Anief
sulla Mobilità intercompartimentale del personale scolastico
Il gruppo Mobilità intercompartimentale dei docenti plaude all’iniziativa della VII Commissione Cultura del Senato di approfondire la questione del Burnout dei docenti, con la possibilità di istituire una Commissione d’inchiesta sul problema. Questo aspetto viene visto come un passo importante per il riconoscimento dei rischi a cui va incontro la nuova professione insegnante, appartenente a una categoria soggetta in tutti i gradi d’istruzione scolastica a lavoro usurante.
Inoltre il Comitato segue con molta attenzione i risvolti dell’ emendamento all’art. 105 (Misure in Materia d’istruzione) della legge di Bilancio, promosso da Anief, sull’apertura della Mobilità intercompartimentale e sostiene tale iniziativa.
I lavoratori della Scuola sono impossibilitati da tempo a poter transitare in altro ramo della P.A. e questo aspetto costituisce una forte limitazione all’art. 3 Costituzione, in quanto unici lavoratori del Pubblico Impiego che non possono usufruirne, e alla direttiva europea 2000/78/CE sulla parità di trattamento.
L’ impedimento alla mobilità intercompartimentale è frutto di due normative:
- della legge 311/2004 che determinava il blocco del turnover presso le altre amministrazioni dello Stato, dove la Scuola sembrava meno soggetta a subire tale condizioni;
- della legge 107/2015, comma 133, la quale ha previsto il passaggio alla Mobilità intercompartimentale del personale della scuola, ancorché in posizione di comando, distacco, o fuori ruolo, ma di fatto ne limita la possibilità rimandando a una legge del 2014, poi abolita da un’altra del 2021.
Tuttavia a partire del 2018, la P. A. ha bandito centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, superando di fatto il blocco del turnover alla base del divieto imposto ai docenti nel 2004.
Pertanto le limitazioni suddette non hanno più alcuna ragione di essere, essendo smentite dai fatti.
Perchè quindi i docenti risultano ancora impossibilitati a ottenere quanto richiedono?
Grande delusione ha suscitato inoltre negli iscritti la legge 5 giugno 2025/79 sulle misure urgenti in merito al’attuazione del PNRR, che non ha visto riconosciuta la richiesta del gruppo.
Occorre ricordare che anche lo stesso PNRR, tra l’altro, prevedeva tra le sue pieghe di favorire la mobilità tra i diversi comparti della P.A.
Tale aspetto si evinceva, per esempio, dalla pagina 98 che recitava: “Saranno adottate misure legislative puntuali volte a rimuovere alcuni impedimenti normativi all’apertura della mobilità dei dipendenti pubblici tra amministrazioni, nel rispetto delle esigenze delle amministrazioni, per favorire anche percorsi di carriera anche tra diverse amministrazioni”. L’enunciato non escludeva i lavoratori della Scuola che avrebbero dovuto avere anche loro questa possibilità.
Si è persa quindi un’occasione per superare la disparità di trattamento tra personale scolastico e resto del pubblico impiego.
E’ ormai evidente come ogni giorno molti docenti, pur proseguendo con grande professionalità ed abnegazione il loro lavoro, esprimano un forte disagio rispetto alla continua metamorfosi della Scuola, appensantita da una mole mastodontica di burocrazia.
Si tratta di una professione usurante che comporta un forte e continuo dispendio di energie psico-fisiche. E pertanto non può essere imposta per un’intera carriera lavorativa, allungatasi a dismisura negli ultimi lustri e con una perdita dell’autorevolezza del docente nella Società, come dimostrano le continue aggressioni e violenze subite dai colleghi emergenti dai Media.
La richiesta del Comitato appare inoltre maggiormente giustificata di fronte alle sirene che rimandano a un continuo aumento dell’età pensionabile.
Con quali energie potranno mai andare in classe i docenti intorno ai 70 anni? Come potranno affrontare i ritmi che richiede oggi la professione insegnante in età avanzata?
Inoltre appare legittima anche la richiesta di una parte della categoria di potere mettere a disposizione le proprie competenze in un altro comparto della P.A.
Alla luce di tali considerazioni, il comitato, costituito allo stato attuale da oltre 6800 insegnanti, rilancia le proprie istanze ai sensi dell’art. 3 Costituzione e in rispetto della direttiva europea 2000/78/CE e invita a superare le limitazioni che impediscono la loro legittima richiesta.
Mobilità intercompartimentale dei docenti chiede pertanto alle VII e V Commissione della Camera e del Senato, Cultura e Bilancio, e al Governo, di accogliere l’emedamento proposto dal Sindacato Anief, al fine di consentire anche al personale della Scuola, previa richiesta dell’interessato/a :
● il passaggio verso altro ramo della P.A.;
● la possibilità di accedere all’eventuale carenza di posti emergenti dagli uffici del MIM, quali dipendenti dello stesso Ministero, senza bandire un concorso esterno.
La mobilità intercompartimentale risulta una vera alternativa al rischio burnout dei docenti e alle drammatiche ipotesi di aumento dell’età pensionabile.
Gli iscritti del gruppo rinnovano inoltre la richiesta di essere auditi al più presto in una delle Commissioni Cultura attraverso una loro delegazione.
Il Parlamento e il Governo ascoltino queste istanze!
Gruppo Mobilità intercompartimentale docenti