“Quando il silenzio diventa complicità: nasce la protesta intelligente dei docenti italiani”

Il Comitato Docenti contro il Burnout si fa promotore di una nuova forma di protesta etica, collettiva e strategica

A cura di Redazione Redazione
12 novembre 2025 19:49
“Quando il silenzio diventa complicità: nasce la protesta intelligente dei docenti italiani”  -
Condividi

Lì dove tutti i sindacati hanno fallito, con scioperi e manifestazioni che da oltre dieci anni non producono risultati concreti, firmando il rinnovo del CCNL e piegandosi alle logiche politiche, si consuma l’ennesimo tradimento nei confronti dei lavoratori della scuola: un aumento stipendiale miserrimo di appena 40 euro lordi. In questo vuoto di rappresentanza, si levano oggi le voci dei gruppi autonomi e indipendenti di insegnanti, liberi da bandiere e appartenenze politiche, uniti da un’unica urgenza: salvare la scuola pubblica e restituire dignità al corpo docente.

Tra questi, il Comitato Docenti contro il Burnout si fa promotore di una nuova forma di protesta etica, collettiva e strategica: creare disservizio legittimo, non contro gli studenti o le famiglie, ma contro un sistema che ha trasformato l’insegnamento in una trappola burocratica e psicologica, svuotando la missione educativa della sua umanità. Una protesta che nasce dal basso Il Comitato invita a unire le forze e costruire una rete di “leader coesi e coalizzati”, capaci di condividere obiettivi comuni pur mantenendo la propria identità, perché come recita il motto del Comitato, “l’unione fa la forza”. Non servono più scioperi sterili, ma azioni coordinate e consapevoli che rendano visibile il malfunzionamento del sistema scolastico senza minare la dignità dei docenti. Proposte di protesta civile e strategica

1. Sciopero bianco: Applicare rigorosamente ogni norma e procedura, senza flessibilità, per dimostrare quanto la scuola viva sul lavoro non riconosciuto e sul sacrificio silenzioso degli insegnanti.

2. Astensione da attività extra non obbligatorie: Rifiuto collettivo di partecipare a progetti, commissioni o riunioni non previste contrattualmente.

3. Campagne di informazione pubblica: Raccontare ai cittadini la realtà della scuola e le vere cause del disagio docente, trasformando studenti e famiglie in alleati.

4. Giornate della trasparenza: Mostrare al pubblico e ai media la mole di lavoro invisibile: documentazioni, burocrazia, correzioni, progettazioni. 5. Coordinamento nazionale digitale (Rapporto Eterogeneo Tra Insegnanti): Unire gruppi e comitati in un’unica piattaforma per azioni simboliche condivise: consegna simultanea di lettere di protesta, blackout informativi, giornate tematiche. Diritti violati e dignità negata Il Comitato denuncia la lesione dei diritti costituzionali sanciti dagli articoli 2, 3, 32, 35, 36 e 97 della Costituzione:

● il diritto alla tutela psicofisica e alla salute;

● il diritto a una retribuzione proporzionata e dignitosa;

● il diritto al rispetto della professionalità;

● il diritto a un’istruzione pubblica equa e libera da logiche aziendali. Il burnout è ormai un’epidemia silenziosa che ha ridotto il corpo docente in una condizione di licenziamento morale di massa: non perché i docenti vogliano abbandonare la scuola, ma perché è la scuola stessa che, nel suo stato di degrado, li ha abbandonati.

Richieste al Governo e al MIM Il Comitato Docenti contro il Burnout chiede al Ministero dell’Istruzione e del Merito e al Governo italiano:

● il riconoscimento ufficiale del danno sistemico subito dal corpo docente;

● l’adeguamento salariale immediato indicizzato all’inflazione reale;

● l’apertura di un tavolo permanente sulla tutela psicofisica e sulla prevenzione del burnout. E se tutto questo non bastasse, il Comitato si dichiara pronto a un gesto estremo ma simbolico: intimare il proprio “licenziamento morale collettivo”, come hanno fatto i medici in segno di protesta, per denunciare l’impossibilità di lavorare dignitosamente in un sistema che nega la salute e la libertà educativa dei suoi docenti.

Appello finale La scuola pubblica è allo stremo. Ci avete chiesto di educare, formare, assistere, sostituire, consolare, digitalizzare, innovare, certificare.Ora vi chiediamo solo una cosa: rispettarci come persone e professionisti. Se non sarete voi a cambiare rotta, sarà la scuola stessa, con la nostra disobbedienza civile, a costringervi a farlo. Pertanto, il Comitato Docenti contro il Burnout chiede al Governo italiano di essere nuovamente ascoltato, perché oggi più di prima la Proposta di Legge contro il Burnout e il Mobbing dei Docenti venga finalmente convertita in legge. È un atto di giustizia, di civiltà e di sopravvivenza della scuola pubblica. Teresa R. Russo e Simona Bagnato, portavoce di Comitato Docenti contro il Burnout

Per adesioni e comunicazioni: [email protected]. oppure [email protected]

Unisciti al movimento. La scuola si difende da dentro. Firma la petizione https://c.org/Tgt24WD9fq

Segui Voce della Scuola