Le criticità ancora aperte: la protesta dei docenti TFA contro l’equiparazione TFA–INDIRE

Il Ministero ha ribadito molte delle posizioni già espresse, dall’altra l’impressione generale è che il dialogo stia diventando sempre più delicato, perché tocca aspetti sensibili che incidono direttamente sulla vita professionale

A cura di Redazione Redazione
26 novembre 2025 17:35
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Negli ultimi giorni il confronto tra le Organizzazioni Sindacali e il Ministero dell’Istruzione e del Merito si è fatto particolarmente intenso. Dopo la chiusura del primo ciclo di incontri, oggi si è tenuto un nuovo confronto, convocato per sciogliere alcuni nodi rimasti aperti e per tentare di rasserenare un clima che, soprattutto tra i docenti in formazione, si fa ogni giorno più teso. Se da una parte il Ministero ha ribadito molte delle posizioni già espresse, dall’altra l’impressione generale è che il dialogo stia diventando sempre più delicato, perché tocca aspetti sensibili che incidono direttamente sulla vita professionale di migliaia di insegnanti.

Il MIM ha innanzitutto confermato le scelte annunciate nei giorni scorsi. L’Ordinanza che regolerà la riapertura delle GPS continuerà a prevedere l’equiparazione del punteggio del titolo di sostegno in I fascia tra docenti ITP e docenti teorici, senza alcuna modifica. È un punto sul quale le organizzazioni sindacali avevano chiesto ulteriori riflessioni, ma il Ministero non ha lasciato spazio a ripensamenti. Confermata anche la riformulazione dell’algoritmo per le nomine, che introdurrà il cosiddetto “ripescaggio” per quei docenti che, pur essendo presenti in un turno, non abbiano ricevuto una proposta e possano invece essere nominati in un turno successivo. Una modifica che dovrebbe attenuare molte delle criticità viste negli anni passati.

Anche oggi è stato ribadito che sarà possibile dichiarare il servizio svolto nell’anno scolastico 2025/2026 con riserva, in attesa della sua effettiva conclusione. Lo stesso vale per l’aumento del punteggio attribuito al Dottorato di Ricerca e agli Assegni di ricerca, rispettivamente portati a 14 e 13 punti, in un’ottica di valorizzazione del percorso accademico. Sul fronte della formazione linguistica, nessun passo indietro: i titoli CeCLIL e CLIL continueranno a essere considerati validi solo se rilasciati dalle Università, comprese quelle telematiche. Quanto alle certificazioni informatiche, il Ministero ha ribadito l’obbligo di accettare esclusivamente quelle rilasciate da enti accreditati Accredia, precisando che una tabella dettagliata sarà allegata all’Ordinanza. Rimarranno comunque valide tutte le certificazioni già dichiarate negli aggiornamenti precedenti.

Un altro elemento confermato anche nel confronto odierno riguarda la partecipazione agli interpelli. Anche chi non presenterà la domanda con le 150 preferenze potrà comunque partecipare alle chiamate dirette delle scuole. Una decisione accolta favorevolmente, perché riconosce che non sempre è possibile, per ragioni personali o territoriali, compilare un ventaglio così ampio di preferenze.

Ma, ancora una volta, non sono arrivate aperture sui punti più critici. Il Ministero ha mantenuto la linea dura sia sulla possibilità di dichiarare con riserva ulteriori titoli culturali non ancora conseguiti, sia sulla questione più sentita: la mancata differenziazione del punteggio tra la specializzazione sul sostegno acquisita tramite TFA universitario e quella ottenuta attraverso i percorsi ridotti INDIRE. È proprio su questo terreno, già delicato, che il nuovo confronto di oggi ha fatto emergere con maggiore forza il malcontento dei docenti impegnati nei percorsi TFA.

Molti di loro, dopo aver saputo che neppure oggi il Ministero ha lasciato spazio a una possibile revisione del punteggio, hanno espresso la loro frustrazione. Raccontano percorsi universitari impegnativi, fatti di lezioni in presenza, regolamenti rigidi, tempi serrati e un sistema di tirocinio che richiede energia, presenza e continuità. Parlano dei costi, dei sacrifici personali, delle giornate trascorse tra studio, lavoro e famiglia, dei limiti di assenza talmente stringenti da rendere impossibile conciliare il TFA con altri impegni significativi. Sentono che la loro fatica venga messa sullo stesso piano di percorsi più snelli, meno strutturati e privi di alcune delle rigidità universitarie. E, a fronte delle conferme ricevute oggi, molti non nascondono di sentirsi non solo disillusi, ma anche profondamente non ascoltati.

Il Ministero, dal canto suo, sembra voler mantenere una linea di continuità, forse per garantire uniformità a livello nazionale, forse per evitare complicazioni interpretative o ricorsi. Tuttavia, la sensazione che emerge dal confronto odierno è che molte delle richieste avanzate dai docenti – e sostenute anche dai sindacati – siano state prese in considerazione solo in parte. La promessa di un aggiornamento anticipato, probabilmente a febbraio, non basta a dissipare le tensioni.

Oggi il tavolo si è ufficialmente rialzato lasciando sul campo una consapevolezza chiara: il dialogo non è interrotto, ma le distanze restano significative. Mentre l’Ordinanza si avvicina alla sua pubblicazione, il clima nel mondo della scuola continua a oscillare tra attesa, speranza e crescente insofferenza. E i docenti TFA, in particolare, non sembrano intenzionati a rinunciare alla loro richiesta di un riconoscimento equo del percorso che stanno affrontando.

In questo contesto, il nuovo confronto di oggi non ha risolto i nodi principali, ma ha reso ancora più evidente quanto sia urgente trovare una soluzione capace di rispettare l’impegno formativo dei docenti e, al tempo stesso, di garantire coerenza e stabilità al sistema delle graduatorie. La comunità scolastica attende ora un segnale, nella speranza che l’Ordinanza non solo organizzi le GPS, ma restituisca anche un senso di giustizia a chi, ogni giorno, sceglie di formarsi per offrire un sostegno professionale e umano sempre più qualificato agli studenti.

Per eventuali segnalazioni, testimonianze o approfondimenti sulla tua esperienza, puoi scrivere a: [email protected].

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