L'italia che ignora: la sicurezza nelle scuole, un rischio nascosto e silenzioso
La sicurezza nelle scuole italiane è un tema che non può più essere trattato con superficialità

La sicurezza nelle scuole italiane è un tema che non può più essere trattato con superficialità. Ogni giorno, migliaia di studenti e docenti varcano la soglia di edifici che, in molti casi, non solo sono obsoleti, ma non rispettano nemmeno le più basilari norme di sicurezza. Il problema non è la mancanza di leggi, ma la loro disastrosa applicazione.
Le leggi ci sono, ma chi le applica?
Il nostro ordinamento, con il testo unico sulla sicurezza (d.lgs. 81/08) e il successivo decreto legislativo n. 106 del 2009, è molto chiaro. Il dirigente scolastico, in quanto "datore di lavoro", ha l'obbligo di garantire la sicurezza di studenti e personale, redigendo un documento di valutazione dei rischi (dvr) e formando il personale.
Allo stesso tempo, gli enti locali (comuni e province) sono responsabili della manutenzione e dell'adeguamento strutturale degli edifici. Ma qui si scontra la realtà con la burocrazia: mancanza di fondi, rimpallo di responsabilità tra enti e tempi di attesa biblici per interventi che dovrebbero essere prioritari.
Le "classi pollaio": un rischio che non vogliamo vedere
Oltre ai problemi strutturali, un altro aspetto critico della sicurezza è il sovraffollamento delle aule. Le cosiddette "classi pollaio" non sono solo un ostacolo per la didattica, ma una vera e propria minaccia. In un'aula dove gli studenti sono compressi come sardine, diventa impossibile gestire un'evacuazione rapida e ordinata in caso di emergenza, come un incendio o un terremoto. Questo aumenta esponenzialmente i rischi, trasformando un potenziale pericolo in un disastro imminente.
Inoltre, il sovraffollamento favorisce la diffusione di malattie e crea un ambiente di stress costante, che può portare a problemi comportamentali e di salute.
Il banco vuoto: un monito che non possiamo ignorare
Ogni volta che una notizia di crolli, infortuni o incidenti nelle scuole finisce sui giornali, un banco vuoto si materializza come il triste simbolo del fallimento del nostro sistema. Quel banco non è solo un posto non occupato, ma il risultato di un'inerzia che ha messo a rischio la vita e il futuro dei nostri ragazzi.
È ora di cambiare rotta. È necessario investire seriamente nella sicurezza scolastica, garantendo fondi adeguati e snellendo la burocrazia. Le nostre scuole devono essere luoghi di crescita e apprendimento, non luoghi di paura.