L'urto dei concorsi: i docenti hanno finito gli esami, ma la trasparenza dov'è?
A una settimana dalla fine delle prove scritte (DM 205 e 206/2023), i precari attendono il punteggio di sbarramento
Mancano i numeri ufficiali dei candidati: un silenzio che alimenta l'ansia e la speculazione sul futuro della scuola.
Oggi è il 13 dicembre e l'ultima prova scritta del Concorso Docenti PNRR 3 si è conclusa esattamente otto giorni fa, il 5 dicembre, secondo il calendario ministeriale. Migliaia di aspiranti insegnanti, che hanno partecipato alle procedure bandite con il Decreto Ministeriale n. 205 del 26 ottobre 2023 (Scuola Secondaria) e il n. 206 del 26 ottobre 2023 (Infanzia e Primaria), sono bloccati in un limbo logorante: l'attesa del punteggio che determinerà l'accesso alla prova orale.
Il silenzio sui punteggi e la burocrazia opaca
La frustrazione è palpabile nelle segnalazioni che arrivano in redazione: "Perché questa attesa?", si chiedono i docenti. La prova scritta è stata somministrata in modalità computer-based, e il punteggio minimo per superarla è fissato, come da normativa, a 70/100. Tecnicamente, la determinazione dell'esito dovrebbe essere immediata, eppure il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) mantiene un inspiegabile silenzio sui risultati. Ma l'assenza di dati va oltre il semplice punteggio. Non sono stati ancora resi noti i numeri di candidati per classe di concorso e regione: una mancanza di trasparenza che impedisce ai docenti di valutare realisticamente le proprie possibilità. In un concorso con un numero di posti predefinito e un ratio tra posti e ammessi all'orale, sapere quanti colleghi si hanno di fronte non è un lusso, ma un diritto fondamentale alla chiarezza. Questa incertezza non fa che peggiorare una situazione emotiva già tesa. I docenti, molti dei quali precari da anni, hanno investito tempo, energie e denaro per questa selezione e si sentono considerati numeri anziché professionisti, vittime di una "giostra" che sembra muoversi con la lentezza della burocrazia più ostinata. L'attesa, inoltre, ha un costo sociale tangibile: nel vuoto informativo, spuntano i "mercenari" del precariato. Sedicenti agenzie e formatori sono già pronti a vendere in fretta e furia corsi di preparazione all'orale, speculando sull'ansia e sulla disperazione di chi non sa se continuare a studiare o aspettare.
Un appello a chi muove i fili
Chiediamo a chi muove i fili di questa complessa macchina concorsuale: la trasparenza è un principio cardine dell'azione amministrativa, soprattutto quando si tratta di un percorso di reclutamento cruciale come quello previsto dal PNRR. Pubblicare con immediatezza i punteggi e i dati aggregati è un atto dovuto di rispetto verso persone che hanno dedicato la loro vita all'Istruzione di questo Paese. Si sblocchi l'impasse: il futuro della scuola non può restare in ostaggio dell'ansia e del silenzio amministrativo. I precari meritano risposte, non soltanto promesse.