Mobilità intercompartimentale docenti - Comunicato n. 8
Mobilità intercompartimentale docenti - Comunicato n. 8
MOBILITÀ INTERCOMPARTIMENTALE DOCENTI
COMUNICATO N. 8
Il gruppo Mobilità intercompartimentale dei docenti segue con molta attenzione i risvolti dell’emendamento n. 4.47 al DL PA 25/2025 promosso da Anief e presentato dagli Onorevoli De Corato e Amorese, e plaude a questa iniziativa.
Il tema dell’assenza della mobilità intercompartimentale risulta sempre più sentito da una categoria che vive ormai da tempo una giornata lavorativa infinita in cui si divide tra docenza e burocrazia, senza soluzione di continuità. La funzione docente è cambiata e continua a cambiare ogni giorno sottoponendo il docente a vecchie e nuove sfide in un contesto dove la sua funzione sociale è sempre meno riconosciuta, ad iniziare dal rapporto complesso con alcuni genitori.
A questo si aggiunge la ventilata e sciagurata ipotesi di aumentare l’età pensionabile. Gli studi del Dottor Vittorio Lodolo D’Oria hanno più volte sottolineato un aspetto fondamentale: quella degli insegnanti è l’unica categoria del pubblico a relazionarsi contemporaneamente con un’utenza di più persone per più ore al giorno e in almeno cinque giorni alla settimana, per più decenni. Peraltro nella maggior parte dei casi con minorenni di cui si è responsabili dal punto di vista civile e penale.
Non si può pensare di aumentare gli anni di lavoro per questa categoria: è assurdo. E per questo ci vogliono soluzioni. Una di queste è la mobilità intercompartimentale. Una soluzione per ora impedita, ma verso cui occorre trovare una soluzione positiva.
Il blocco per i docenti era stato stabilito dalla legge 311/2004 “In vigenza di disposizioni che stabiliscono un regime di limitazione delle assunzioni a tempo indeterminato…” in occasione del blocco del turnover presso le altre amministrazioni dello Stato, dove la Scuola sembrava meno soggetta a subire tale condizioni.
Inoltre la legge 107/2015 al comma 133 ha previsto il passaggio alla Mobilità intercompartimentale del personale della scuola, ancorché in posizione di comando, distacco, o fuori ruolo, anche se di fatto ne limita la possibilità rimandando a una legge del 2014, poi abolita da un’altra del 2021.
Occorre notare che i lavoratori della Scuola sono gli unici a non poter usufruire della possibilità di transitare verso un altro ramo della P.A., e questo risulta una discriminante importante tra i lavoratori del Pubblico Impiego, anche perché il personale docente della Scuola risulta in gran parte laureato e può portare, comunque, il suo prezioso contributo di esperienza dentro un altro ramo della P.A.
Inoltre a partire del 2019, la P. A. ha bandito migliaia di nuovi posti di lavoro, superando di fatto il blocco del turnover alla base del divieto imposto ai docenti nel 2004. Pertanto le limitazioni suddette non hanno più alcuna ragione di essere, essendo smentite dai fatti.
Più di recente il PNRR prevede tra le sue pieghe di favorire la mobilità tra i diversi rami della P.A. Questo si evince, per esempio, dalla pagina 13 che recita: “Saranno adottate misure legislative puntuali volte a rimuovere alcuni impedimenti normativi all’apertura della mobilità dei dipendenti pubblici tra amministrazioni, nel rispetto delle esigenze delle amministrazioni, per favorire anche percorsi di carriera anche tra diverse amministrazioni”. Dall’enunciato non sono esclusi i lavoratori della Scuola che dovrebbero quindi avere anche loro questa possibilità.
Alla luce di tali considerazioni, lo scrivente gruppo, costituito allo stato attuale da oltre 4600 insegnanti, rilancia con determinazione le proprie istanze ai sensi dell’art. 3 comma 2 Costituzione, rivolgendosi direttamente alle forze parlamentari. Nei giorni scorsi diversi componenti del gruppo hanno scritto agli esponenti della I e della XI Commissione della Camera per contribuire a fare conoscere questo problema e sottolineare l’importanza che riveste l’emendamento presentato.
La mobilità intercompartimentale del personale della Scuola può essere una soluzione a diversi aspetti, compreso il crescente problema del rischio burnout scolastico, nonché uno straordinario mezzo per assumere personale più giovane svecchiando il comparto docenti, uno dei più anziani d’Europa. In questa maniera si potrebbe permettere l’inserimento di figure più vicine all’età degli studenti e nello stesso tempo più affini alle metodologie digitalizzate.
Dal canto suo l’insegnante uscente troverebbe nuova linfa nel poter proseguire la propria carriera lavorativa in un contesto diverso, mettendo a disposizione dello Stato le proprie ricche competenze acquisite nel tempo. In questo caso ci sarebbe il vantaggio di poter contare su personale che già conosce la Pubblica Amministrazione e che ha servito lo Stato con abnegazione per diversi anni .
Il gruppo invita pertanto a superare prima possibile la questione e richiede al decisore politico di accettare l’emendamento numero 4.47 presentato dagli Onorevoli De Corato e Amorese, al fine di consentire anche al personale della Scuola:
- il passaggio verso altro ramo della P.A.;
- la possibilità di accedere all’eventuale carenza di posti emergenti dagli uffici del MIM, quali dipendenti dello stesso Ministero, senza bandire un concorso esterno.
In attesa di ricevere risposte positive, il gruppo comunica di essere disponibile ad un confronto con gli esponenti politici sensibili alla delicata questione mediante una propria delegazione.
Gruppo Mobilità intercompartimentale docenti