Palermo: le scuole protagoniste nei quartieri, ricordando Padre Puglisi
In occasione dell’anniversario dell’omicidio di Don Pino Puglisi si è tenuto un incontro dal titolo “Il ruolo delle scuole nei quartieri”.


Palermo, 15 settembre 2025 – In occasione dell’anniversario dell’omicidio di Don Pino Puglisi, figura di riferimento nel contrasto alla mafia in Sicilia, a Palermo si è tenuto un incontro dal titolo “Il ruolo delle scuole nei quartieri”
L’evento ha avuto l’obiettivo di riflettere su come le istituzioni scolastiche possano essere motore di cambiamento e di coesione sociale, soprattutto nei quartieri più svantaggiati. Fonte della notizia: RaiNews, servizio “Scuola Saladino ‒ Padre Puglisi: il ruolo delle scuole nei quartieri”, 15 settembre 2025.
Chi ha partecipato
Tra i presenti:
la procuratrice per i minorenni di Palermo, che ha offerto una prospettiva giudiziaria sulle condizioni sociali dei giovani nei quartieri;
dirigenti scolastici delle scuole locali, invitati a confrontarsi sul ruolo educativo, disciplinare e comunitario che le scuole possono svolgere.
Di cosa si è parlato
Durante l’incontro si sono affrontati temi come:
la responsabilità delle scuole non solo come luoghi di apprendimento accademico, ma come centri di socializzazione, educazione civica e prevenzione del disagio minorile;
le difficoltà che incontrano gli studenti nei quartieri periferici: isolamento, mancanza di opportunità, rischio di devianza;
il contributo che la scuola può dare per rafforzare il tessuto sociale e offrire alternative positive ai giovani;
l’esempio di Don Pino Puglisi come modello di impegno morale, educativo e civile: la sua opera nel quartiere Brancaccio come segno di speranza e di resistenza culturale.
Perché è importante
L’iniziativa rappresenta un’occasione concreta per rilanciare l’idea che l’istruzione non sia solo trasmissione di conoscenze, ma un atto di responsabilità sociale. Nei giorni in cui si ricorda la figura di chi ha sacrificato la vita per i valori della legalità e della giustizia, il messaggio è chiaro: le scuole possono essere presidii di legalità, luoghi in cui germogliano il rispetto reciproco e la partecipazione attiva.
Inoltre, il coinvolgimento di figure istituzionali come la procuratrice per i minorenni sottolinea la necessità di collaborazioni multidimensionali – tra scuola, famiglie, giustizia, comunità locali – per affrontare efficacemente fenomeni come la dispersione scolastica, il disagio sociale, e le derive criminali.